BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – La NATO ha avviato un’operazione antisommergibile di ampia portata nel Mare di Norvegia dopo segnalazioni su una possibile minaccia posta da un sottomarino russo in prossimità del gruppo portaerei statunitense USS Gerald R. Ford. Dalla metà di agosto pattugliatori marittimi P-8A Poseidon di Stati Uniti, Regno Unito e Norvegia hanno effettuato decine di missioni nell’area, in un picco di attività considerato “insolito” dagli osservatori e coerente con un innalzamento della vigilanza nell’Artico.
L’impiego dei P-8A ha garantito copertura pressoché continua nelle acque a ovest delle Lofoten, con sortite decollate da basi in Scozia (RAF Lossiemouth), Norvegia (Evenes) e Islanda. Le autorità norvegesi hanno evitato di fornire dettagli operativi, mentre il Ministero della Difesa britannico ha confermato che si tratta di attività reali e non di esercitazioni, senza ulteriori commenti per ragioni di sicurezza.
Il contesto operativo è quello del rafforzamento della postura alleata nell’Alto Nord, dove la marina russa mantiene assetti strategici, inclusi sottomarini d’attacco a propulsione nucleare classe Yasen. In questi giorni, tutte e tre le unità Yasen della Flotta del Nord risultavano in mare mentre il gruppo della Gerald R. Ford operava al largo della Norvegia, fattore che ha aumentato l’attenzione NATO sul dominio subacqueo. Resta il massimo riserbo su localizzazione precisa, risultati di tracciamento e regole d’ingaggio, in linea con prassi operative consolidate.
Anche se piattaforme open source, specializzate in tracciamenti aeronautici, non militari o governativi hanno documentato il “ponte aereo” antisommergibile: sequenze di Poseidon che si avvicendano per mantenere una traccia continua sul contatto sospetto, con profili di missione visibili a tratti. L’obiettivo è proteggere gli assetti ad alto valore (HVU) – in primis la portaerei – dissuadendo eventuali raccolte d’intelligence o manovre d’interferenza da parte di sottomarini russi.
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