Inaugurazione anno giudiziario a Milano, meno pendenze ma si aggrava carenza personale

MILANO (ITALPRESS) – Problemi strutturali, sfide e necessità da affrontare per un’efficace amministrazione della giustizia. E’ questo il cuore degli interventi che oggi, nell’aula magna del Tribunale di Milano, hanno scandito l’inizio del nuovo anno giudiziario.
Ad aprire l’inaugurazione con un bilancio dell’attività dell’anno passato, è stato il presidente della Corte di Appello di Milano Giuseppe Ondei.
“Le sfide che il mondo giudiziario dovrà affrontare nei prossimi anni con coraggio e senza alcun indugio appaiono quasi al limite del possibile, anche se non si può ignorare che dai recenti dati forniti dal ministero della Giustizia e relativi al primo semestre del 2022 emerge che si è innescato un trend virtuoso che vede da qualche anno costantemente ridursi le pendenze dei processi civili e il tempo dei processi penali”, ha esordito il presidente puntualizzando allo stesso tempo che “essere efficienti è, però, una conquista continua e precaria che va faticosamente mantenuta nel tempo”.
Per Giuseppe Ondei, il mantenimento di questa linea è possibile soltanto grazie ad un intervento deciso che affronti problematiche quali “il numero carente dei magistrati, il problema dell’organizzazione delle circoscrizioni territoriali, l’eccessiva e sterile burocratizzazione e la carenza del personale amministrativo di cancelleria”. “Nel mondo della giustizia vi è un brulicare di iniziative di riforma finalizzate al raggiungimento degli obiettivi posti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza per la rigenerazione del sistema giustizia. Questi obiettivi sono veramente ambiziosi se si considera che in cinque anni si dovrà ridurre del 25% il tempo dei processi penali e del 40% quello dei processi civili nonchè ridurre del 90% l’arretrato al 31 dicembre 2019”, ha spiegato Ondei lanciando allo stesso tempo un monito: senza un impegno concreto su tali criticità “queste riforme faranno la fine della polvere al vento”.
Particolarmente sentito nel discorso del presidente Ondei il passaggio sulle carenze di personale, un problema che rischia di estendersi all’intera regione.
“Diverse sezioni della Corte d’appello e la più parte dei Tribunali del Distretto lamentano sofferenze, pur in misure e modi diversi, quanto all’effettiva presenza dei magistrati: al 30 giugno scorso le relative scoperture vanno infatti dal 6,6% del Tribunale di Lecco sino al 24,33% del Tribunale di Pavia. In Corte di Appello per far fronte ad una carenza di organico di 22 unità sono arrivati solo 7 nuovi consiglieri – ha spiegato – C’è il serio pericolo che l’anno prossimo anche il virtuoso distretto di Milano possa iniziare a presentare dati negativi”.
La relazione del presidente della Corte di Appello si è poi spostata sul bilancio dei procedimenti svoltisi nel distretto di Milano nel corso del 2022. Il 29,9% ha riguardato reati contro il patrimonio, 7,7% gli stupefacenti (dato sostanzialmente stabile) e 7,5% reati contro la persona e la famiglia (in crescita). Seguono i reati contro la Pubblica Amministrazione (6,5%), mentre aumentano rispettivamente del 39% e del 9% i reati di bancarotta e tributari. Da segnalare anche l’aumento che riguarda le bande giovanili che si contendono il territorio con metodi violenti che per il presidente Ondei rappresenta un segnale di “grande preoccupazione”.
Ci sono però anche buone notizie. “Gli indici di performance degli Uffici giudiziari penali sono quasi tutti positivi nonostante un forte incremento delle sopravvenienze – ha spiegato Ondei – Il tempo che occorre per definire mediamente un fascicolo è di 293 giorni (105 in caso di persone detenute) contro i 701 giorni a livello nazionale. Le sentenze che hanno definito il giudizio con la prescrizione sono pari al 6% di tutte le definizioni della Corte di appello e solo il 6,3% delle sentenze pronunciate è stato oggetto di riforma in Cassazione”.
Risultati analoghi anche sul fronte della giustizia civile: solo 276 giorni per la definizione di un fascicolo contro la media nazionale di 578 ed appena il 4,5% di sentenze oggetto di riforma in Cassazione.
Ci sono tuttavia due fenomeni dei quali si è assistito ad un aumento preoccupante. Il primo riguarda la sezione immigrazione le cui sopravvenienze sono passate da 1.998 a 2.479.
Il secondo sono i suicidi nelle carceri, 15 solo nel distretto di Milano nell’ultimo anno. Per il presidente Ondei, “l’indice di sovraffollamento è passato dal 122% al 128,5%. Al 30 giugno 2022 i detenuti erano 6.520, ossia il numero più alto registrato tra tutti i distretti italiani. Tra questi 1691 sono quelli in attesa di giudizio”.
Nelle sue conclusioni, Ondei ha auspicato di “realizzare nel modo migliore le riforme partite in questo periodo e allontanare da ogni ulteriore proposta il magma fluido delle dichiarazioni demagogiche per fare spazio a un percorso partecipativo connotato da fruttuosa convergenza nel solco della Costituzione”.
Un quadro altrettanto articolato con al centro l’attualità del dibattito politico è stato al centro dell’intervento della Procuratrice Generale del Tribunale di Milano, Francesca Nanni.
“La situazione attuale è caratterizzata da tensioni di senso opposto, come ad esempio la riproposizione del vecchio conflitto fra politica e magistratura o le rivendicazioni di categoria da parte di alcuni operatori contrapposti ad altri – ha affermato – Si tratta di condizioni che andrebbero superate perchè solo in un clima di sincera e disinteressata unità possono svilupparsi idee e proposte volte a rinforzare su base razionale il concetto di bene comune e con questo promuovere un vero ed efficace cambiamento”.
Altro tema di attualità è la separazione della carriere, già oggetto dei referendum abrogativi sulla giustizia svoltisi nel giugno 2022. “Indicare la separazione delle carriere, si badi bene carriere e non semplicemente funzioni, fra giudici e pubblici ministeri come rimedio salvifico per il sistema penale, oltre a non corrispondere alla attuale realtà dei rapporti fra i vari attori del processo, ci sembra un atteggiamento limitato e riduttivo rispetto ai problemi, oltre che anacronistico e pericoloso se confrontato con la velocità di espansione e diffusione di nuove idee e tendenze”, ha sottolineato la Procuratrice Generale.
“Un pieno recupero del prestigio del CSM e rifuggire dalle logiche che hanno portato alle degenerazioni che hanno offuscato l’immagine del CSM” sono stati invece i passaggi principali dell’intervento del Sottosegretario al Ministero di Giustizia Andrea Ostellari. Per raggiungere questi obiettivi “occorre che vi sia la consapevolezza che quelle degenerazioni sono derivate da condotte non corrette all’interno del Consiglio ma hanno trovato alimento e ragion d’essere sotto il profilo della ricerca del consenso, in un indubbio affievolimento del principio costituzionale che i magistrati si distinguono fra loro solo per diversità di funzioni, con conseguenti forme di carrierismo che hanno determinato un’attribuzione di significati impropri”.
Riprendendo i punti toccati dal presidente Ondei, Ostellari ha dichiarato a nome del Governo che “il trattamento dei detenuti può e deve essere migliorato, anche con più opportunità educative e con il lavoro in carcere. La nostra massima attenzione è anche rivolta al fenomeno dei suicidi in carcere che non può essere trascurato in un paese civile”. Il sottosegretario ha infine ricordato l’evasione di 7 giovani dal carcere minorile Beccaria lo scorso 26 dicembre, citando le parole del cappellano don Claudio Burgio: “non esistono ragazzi cattivi, esistono ragazzi sofferenti che fanno soffrire”.
foto xh7 Italpress
(ITALPRESS).

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