In Lombardia l’export rallenta, il 2020 apre con -20%

MILANO (ITALPRESS) – Il valore delle esportazioni dalla Lombardia scende a circa 24 miliardi di euro: occorre tornare al 2010 per trovare un valore inferiore. Gli effetti negativi dell’emergenza Covid-19 hanno interessato particolarmente il mese di aprile influendo fortemente sui risultati del secondo trimestre della nostra regione. “Come ci aspettavamo il secondo trimestre risulta il più colpito dalla crisi economica innescata dalla pandemia Covid-19 – commenta il presidente di Unioncamere Lombardia Gian Domenico Auricchio – e tutte le categorie merceologiche e tutti i territori fanno segnare una forte contrazione delle loro esportazioni. Solo i prodotti alimentari e parzialmente i prodotti utili all’emergenza sanitaria mostrano variazioni negative più contenute”. Inquadrando le principali regioni manifatturiere del nord, tutte registrano una forte contrazione tendenziale delle esportazioni a partire dal Piemonte (-35,7%), la Lombardia (-26,9%), il Veneto (-25,4%) e l’Emilia Romagna (-25,3%). Questi risultati negativi spiegano, insieme, i due terzi della contrazione dell’export italiano in questo trimestre.
I prodotti che si mostrano più resilienti, con variazioni tendenziali negative ma più contenute, sono i prodotti alimentari (-3,5%) e gli articoli farmaceutici (-12,8%). Seguono i computer, apparecchi elettronici e ottici (-16,6%) e le sostanze e prodotti chimici (-17,7%). I risultati più negativi riguardano le esportazioni dei prodotti che tradizionalmente caratterizzano l’export della nostra regione: macchinari e apparecchi (-29,0%), metalli di base e prodotti in metallo (-30,1%) e prodotti tessili, pelli e accessori (-42,0%). Sono pesantemente negative anche le esportazioni di mezzi di trasporto (-41,3%), altri prodotti delle attività manifatturiere (-34,0%) che per la Lombardia sono per il 50% mobili e gomma e materie plastiche (-21,2%). L’export lombardo registra forti contrazioni rispetto allo stesso trimestre del 2019 praticamente verso tutte le destinazioni. Per quanto riguarda le tipologie di prodotto maggiormente esportate la Lombardia presenta una situazione eterogenea a livello territoriale, che rispecchia la diversificazione produttiva della regione. Considerando il maggior dettaglio merceologico disponibile (gruppo CPATECO 2007), le macchine di impiego generale sono il prodotto maggiormente esportato per le provincie di Brescia (13,7% la quota), Mantova (13,6%) e Bergamo (9,9%), ma ciò non vale per i restanti territori. La provincia di Como vede prevalere l’export di mobili (10,9%) mentre medicinali e preparati farmaceutici sono le merceologie principali dell’export per Milano (13,6%) e Pavia (15,9%). Cremona ha una maggiore quota relativa di tubi, condotti, cavi (13,9%), Lodi di apparecchiature per telecomunicazioni (18,7%) e Varese di articoli in materie plastiche (9,3%). Sondrio esporta prioritariamente metalli di base preziosi e altri metalli (11,4%) e Lecco gli altri prodotti in metallo (10,0%). Infine Monza e Brianza vede una quota importante per i componenti elettronici e le schede elettroniche (8,3%). L’impatto negativo dell’emergenza sanitaria si ripercuote su tutte le provincie lombarde anche se con intensità differenti. Lo riferisce uno studio diffuso oggi da UnionCamere Lombardia sull’andamento del secondo trimestre 2020. Milano (-28,9%), Brescia (-28,3%), Bergamo (-26,7%), Varese (-26,9%), Monza e Brianza (-24,1%) e Como (-30,1%) apportano i maggiori contributi negativi ma anche le altre provincie registrano forti contrazioni dell’export. Solo Sondrio (-11,1%) e Lodi (-11,6%) riescono a contenere la contrazione entro il 20%. Per la provincia di Lodi è l’incremento dell’export di prodotti alimentari (+9%) e di articoli farmaceutici (+8%) a contrastare il calo degli altri prodotti. Nella provincia di Sondrio, oltre al positivo risultato degli articoli farmaceutici (+38%) cresce anche il valore esportato di metalli di base e prodotti in metallo (+7%) e apparecchi elettronici (+14%).
(ITALPRESS).

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