Goggia “Ho pensato anche al ritiro, ma ora sono ripartita”

“Il ritiro? Ci ho pensato. Non riuscivo a trarre gioia da ciò che facevo. Una mazzata: più mi sforzavo di reagire e più mi allontanavo dalla meta. Però dalle fasi di down mi sono sempre ripresa. Stavolta avevo solo due opzioni: o smettere, o inseguire di nuovo il top. Ho scelto la seconda strada”. Lo rivela Sofia Goggia nell’intervista pubblicata dal Corriere della Sera. “I mostri hanno sempre il volto delle nostre ombre. Inoltre, siamo in costante evoluzione: le equazioni che risolvi alle medie hanno una certa difficoltà, quelle del liceo un’altra” aggiunge paragonando le difficoltà ai tempi della scuola con quelle di adesso sui campi da sci. E sulle tante, troppe cadute, aggiunge: “Non erano frutto della frustrazione. Banalmente, ero instabile sugli sci: lo specchio del mio animo”. Garmisch nel 2019 l’ha rilanciata dopo l’infortunio al perone; nel 2020, invece, l’ha fermata. “Peggio, mi ha fatto schiantare. Era destino? Tutto ha sempre un disegno, però non significa che nella vita non si debba agire”.

Per Sofia Goggia solo una vittoria e un secondo posto nella grande stagione dello sci alpino azzurro al gemminile. “E’ chiaro che mi girano. Però il valore assoluto non è in discussione: io ho vinto l’Olimpiade e una coppa di discesa davanti alla Vonn. A ogni modo, chapeau alle compagne: nel team le carte si rimescolano, loro avranno gli occhi addosso mentre io sarò come una start up sulla quale puoi investire. Funzionerà? Boh, vedremo”. Dalla coppa assoluta vinta da Federica Brignone, la Goggia riconosce come “costanza e continuità pagano. Ma, come detto, la mia costante è la discontinuità: quindi, di che cosa stiamo parlando?”. La campionessa bergamasca, poi, è convinta che la Shiffrin, che si è fermata perchè sconvolta dalla morte del padre, rimarrà l’avversaria da battere anche per la prossima stagione. “Se ha una stagione normale, vince lei. La Shiffrin è la Shiffrin, le riesce tutto: canta ed è intonata; suona gli strumenti e non stecca; legge in greco ed è brava. Quando poi scia, è un violino; mentre quando scendo io è un rock and roll”.

Sul periodo di chiusura forzata in casa per via del lock down, la campionessa olimpica racconta: “Ho lavorato per ritrovare serenità e pace interiore. Ho fatto ricorso anche alla spiritualità, una spiritualità laica. L’inverno tribolato nasce dalla mancanza di certe cose: ero una macchina con le gomme sgonfie”. Su uno sci con la mascherina, aggiunge: “So solo che sarà un macello riprendere. Il mio skiman mi dice di prepararmi a una stagione con poche gare”. Su un mondo migliore dopo la pandemia, risponde: “mi auguro che l’umanità impari da questa vicenda”. Sul futuro e sulla possibilità di stupire ancora una volta, Sofia Loggia conclude: “Voglio solo rivivere sensazioni di libertà sugli sci. Una volta provate quelle, ritrovo me stessa e sono a cavallo”.
(ITALPRESS).

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