Giro d’Italia, Bernal vince la 9^ tappa ed è in rosa

CAMPO FELICE (ITALPRESS) – Egan Bernal accende il Giro d’Italia. Nel primo, vero esame della 104esima edizione della corsa rosa, l’arrivo in salita sullo sterrato di Campo Felice, il 24enne colombiano della Ineos Grenadiers dà una grande dimostrazione di forza bruciando tutti nell’ultimo, durissimo chilometro e mandando un segnale chiaro agli avversari: chi vuole arrivare in trionfo a Milano dovrà fare i conti con il re del Tour de France 2019, da oggi nuova maglia rosa. Il tappone appenninico di 158 km con partenza a Castel di Sangro e arrivo a Campo Felice ha riservato grandi emozioni, dopo lo spavento iniziale per la brutta caduta di Matej Mohoric: in un tentativo di fuga lo sloveno ha perso il controllo della bicicletta in discesa e ha battuto la testa sull’asfalto; subito soccorso e portato in ospedale per accertamenti, Mohoric è fortunatamente rimasto cosciente. La nona tappa, nel frattempo, entrava nel vivo con diversi tentativi di fuga.
Il primo, con 17 corridori protagonisti, è presto fallito ma a circa 90 km dall’arrivo è partito quello che sembrava l’attacco decisivo con 16 ciclisti. Tra questi, il più attivo è subito Geoffrey Bouchard, che a 10 km dal traguardo stacca anche l’ultimo compagno di avventura, Simon Carr, e sembra potersi avviare verso il traguardo.
Ma l’ultima salita, a 6 km dal termine, è durissima e il francese paga dazio, rimontato da Koen Bouwman, che a mille metri dall’arrivo comanda la gara e vede uno storico trionfo. Purtroppo per l’olandese, però, alle sue spalle il gruppo dei migliori fa sul serio, cambia marcia sullo sterrato e riduce in fretta il distacco. La maglia rosa Attila Valter va in difficoltà e all’arrivo accusa 49 secondi, mentre Bernal si accende sul terreno più difficile. Gli unici che provano a tenere lo scatenato colombiano sono Giulio Ciccone, il russo Aleksandr Vlasov e il belga Remco Evenepoel, che tagliano il traguardo in quest’ordine contenendo il distacco tra 7 e 10 secondi.
Ma a festeggiare il trionfo di tappa e la maglia rosa è Bernal: “Ho fatto tanti sacrifici per arrivare qui dopo il Tour dell’anno scorso e per me è un’emozione grandissima, ho già pianto due volte – ha confessato il colombiano all’arrivo – La mia squadra ha creduto in me, la vittoria è dei ragazzi che hanno tirato a lungo. Perché non ho alzato le braccia al traguardo? Perché non sapevo di aver vinto. Ero talmente concentrato per sprigionare la maggior potenza possibile che non mi sono reso conto della posizione”.
Bernal ora può sognare in grande, ma vuole tenere i piedi per terra e rifiuta ogni paragone illustre. “Io come Pantani? So che siamo nati lo stesso giorno (il 13 gennaio, ndr) e ho anche una sua foto a casa mia perché è stato un grandissimo corridore, ma non è possibile paragonarci, lui è stato un fuoriclasse – ha osservato il colombiano con un sorriso – Io oggi penso solo al Giro: volevo fare questa corsa fin dal 2016, ho vissuto in Italia per due anni e ho tanti amici che sono come una famiglia per me. Portare la maglia rosa anche solo per un giorno è una grande emozione e un onore perché mi sento un po’ italiano, ho questo Paese nel cuore”.
A contendergli la vittoria verso Milano ci saranno Evenepoel e Vlasov, ora staccati in classifica di 15 e 21 secondi, mentre l’Italia spinge il sorprendente Giulio Ciccone, quarto a 36” dalla maglia rosa. “Oggi sulle strade di casa per me era veramente importante fare bene: ci ho provato, sono andato vicino alla vittoria ma con questo Bernal era molto difficile. Sono comunque soddisfatto perché ho corso bene. La generale? Sono arrivato qui per altri obiettivi – ha spiegato il ciclista del team Trek-Segafredo – ora ho capito di avere una buona condizione: voglio godermi il momento senza pressioni, nessuno sa dove posso arrivare”.
(ITALPRESS).

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