Enpam, il welfare al centro anche prima del Covid

ALBERTO OLIVETI PRESIDENTE ENPAM

La Fondazione Enpam ha approvato il bilancio sociale 2020. Si tratta di un documento che fotografa l’ultimo anno (2019) prima della pandemia. Indica tendenze e riassume comportamenti e azioni che l’emergenza coronavirus hanno aggiornato. Ma offre una indicazione forte rispetto ai temi del welfare per la categoria dei medici e degli odontoiatri. Come ricorda il presidente della Fondazione (rinnovato per i prossimi cinque anni al vertice della Cassa), Alberto Oliveti: “La promessa era: se le proiezioni attuariali consentiranno un margine di manovra si potrà intervenire sui contributi o migliorare le prestazioni. Detto, fatto. Grazie agli ottimi risultati degli investimenti e al vantaggio accumulato rispetto alle proiezioni del bilancio tecnico, all’arrivo del Covid-19 ci siamo potuti permettere una manovra di sostegno senza precedenti (fino a 3mila euro di aiuti diretti a ciascun libero professionista, oltre mezzo miliardo di incassi rinviati, misure per la quarantena e per gli immunodepressi)”. “Sul welfare – continua Oliveti – in questo quinquennio abbiamo: introdotto la tutela malattia/infortuni per tutti i liberi professionisti, dando l’80% del reddito dal 31° giorno (prima c’era un sussidio dopo il doppio del tempo e solo per chi aveva redditi molto bassi); migliorato la polizza per i primi 30 giorni per i medici di medicina generale; garantito gratuitamente agli iscritti una protezione Long term care con un vitalizio aggiuntivo di 1.200 euro al mese esentasse in caso di non autosufficienza; aumentato il sostegno alla genitorialità (indennità minima più alta, gravidanza a rischio per le libere professioniste, contributi volontari, bonus bebé); addirittura abbiamo fatto entrare nella Fondazione gli studenti del V/VI anno di università, dando loro tutele previdenziali e assistenziali da subito e permettendo di fatto di riscattare due anni di laurea con neanche 250 euro”. Grande attenzione è stata dedicata all’assistenza e all’impegno sociale profuso dalla Fondazione oltre a rammentare le attività previdenziali e i connessi investimenti finanziari che hanno consentito l’erogazione delle prestazioni dello scorso anno e quelle di questo 2020 così difficile per tutti e soprattutto per la categoria dei medici, in prima linea nella gestione dei problemi della pandemia.
(ITALPRESS/WEWELFARE.IT).

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