DIMISSIONI PAROLA D’ORDINE, E ORA LE COPPE

La parola d’ordine dei nostri tempi è “dimissioni”. Non so se oggi il calcio influenzi la politica, come tanti anni fa, quando il linguaggio dei cronisti parlamentari s’appropriava di termini usati dai cronisti sportivi. So che si chiedono insistentemente dimissioni di allenatori come se fossero ministri. O viceversa. Per ora è stato licenziato solo Paolo Zanetti dell’Empoli ma la lista d’attesa è lunga e forse comprende anche il suo sostituto, il signor Andreazzoli, che non ne viene fuori ma non trema, perchè lui di mestiere fa l’allenatore dimissionato che prende il posto degli allenatori esonerati e poi se ne va. Che bel carattere!
L’argomento dimissioni era latente, l’ha fatto esplodere Mourinho che – risultati a parte – temo resterà dimissionabile fino a giugno, quando se ne andrà regalandoci un’altra memorabile intervista.
Qualcuno ha chiesto – forse per questioni personali, chessò antipatia o altro – le dimissioni di Pioli dopo il fracasso del derby, ma nessuno ha chiesto le dimissioni di Sarri dopo la redenzione di Pioli: perchè finchè paga Lotito non si gettano soldi al vento.
Non s’illudano i critici moderati (come me) che Garcia sia scampato dopo l’abbuffata di Lecce: metà Napoli lo vuole al forno con patate sostenendo che “in fondo il Lecce cos’è, ‘na robetta!” e magari sono gli stessi che alla vigilia segnalavano la pericolosità della squadra allestita alla grande da Pantaleo Corvino augurandosi che battesse Garcia e lo mandasse a casa.
Non vado a rovistare nei quartieri medio/bassi – tipo Salerno – dove quest’anno si corrono meno rischi che al vertice e comunque non fanno l’effetto che potrebbero fare – fatemi dire – le dimissioni di Allegri dopo la lezione di calcio imposta dall’Atalanta alla sua Juve. E invece – fatemi aggiungere – Gasp ha salvato Max dimostrando che la Dea è superiore alla Signora tecnicamente e fisicamente. Dopo la batosta sassolese l’ha salvata Szczesny con parate da campione perchè Muriel e compagni sono campioni e perchè la difesa dell’Atalanta è favolosa mentre quella bianconera somiglia a un groviera prealpino. Secondo me Allegri la notte dorme più sereno della squadra di commercialisti che governano la Juve rimasta vedova di un Agnelli dopo cent’anni.
Storie di dimissioni a parte, concentriamoci sulle Coppe che tornano a provocare le reazioni delle privilegiate nostrane. Un salto nel buio per Garcia è il Real, anche se i Tafazzi locali non possono dimenticare che Spalletti la Champions l’ha perduta quando poteva vincerla. Fondamentale il confronto dell’Inter con il Benfica dal quale mi attendo la conferma nerazzurra non solo per l’esplosione di Lautaro ma per il buon lavoro di Inzaghi colpito non dal Sassuolo ma da Berardi, il bomber solitario. A proposito, fino a poco tempo fa le Belve da stadio e da penna chiedevano anche le dimissioni di Simone. Incontentabili. Mi risulta che stiano chiedendo anche le dimissioni di De Zerbi dopo il 6-1 dell’Aston Villa…

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