Da Enel e Symbola 100 storie di innovazione

Un viaggio nell’innovazione italiana attraverso cento esperienze nelle scienze della vita. È il rapporto “100 Italian Life Sciences Stories” promosso da Fondazione Symbola ed Enel, in collaborazione con Farmindustria. Lo studio racconta cento storie di innovazione, esplorando un sistema che somma 1,8 milioni di lavoratori, un valore della produzione di 225 miliardi nel 2018, un valore aggiunto di 100 miliardi di euro e che, considerando anche l’indotto, raggiunge il 10% del Pil. “L’Italia gioca un ruolo di protagonista anche nella filiera delle scienze della vita”, ha affermato Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola. “Oltre a queste 100 storie, abbiamo indicato 300 eccellenze del nostro paese che coprono un po’ tutto il territorio nazionale: è tutta l’Italia a essere coinvolta, con vari punti di forza”, ha aggiunto sottolineando poi come ci sono “eccellenze un po’ in tutti i settori e soprattutto una capacità delle imprese di incrociare i saperi”.
“Tutte le innovazioni e le storie che abbiamo portato all’attenzione del pubblico in questi anni – ha evidenziato Francesco Starace, Ad e direttore generale di Enel – hanno a che vedere con l’attenzione all’essere umano, alla vita sulla terra e alla sostenibilità che questo richiede. Non è casuale che nella grande accezione di scienze della vita c’è l’attenzione all’uomo e alla qualità di vita”. Per Starace “esiste in Italia una radicata, e forse non completamente conscia, attenzione all’essere umano”. Poi l’Ad di Enel si è soffermato anche sull’open innovation. “Quando abbiamo imboccato la strada dell’innovazione aperta lo abbiamo fatto quasi con timidezza e con un certo grado di controversia”, ha detto. Tuttavia, per Starace, “è stata una scelta un po’ dibattuta ma alla fine giusta, che si è dimostrata molto valida e che ci ha portato ad aprirci al mondo e a tutte le persone che vogliono contribuire a rendere il nostro lavoro più efficace, più adatto alla società e al progresso dell’uomo”. “L’idea di premiare 100 storie che riguardano le life sciences – ha sottolineato Maria Chiara Carrozza, presidente del Consiglio nazionale delle Ricerche – è molto importante perché è un modo di comunicare al paese quanto è importante la ricerca nel campo delle scienze dalla vita in questo momento, quanto può dare e cosa trattano i progetti portati avanti dai ricercatori. Le scienze della vita – ha spiegato – rappresentano il nostro futuro. Proprio oggi che veniamo da una pandemia che ci ha devastato e messo in crisi, sappiamo quanto è importante l’investimento nelle scienze della vita”. Nella produzione farmaceutica, l’Italia è prima in Ue, insieme alla Germania: negli ultimi dieci anni è stato registrato incremento dell’export più alto tra i grandi europei (+168% rispetto al +86% della media Ue). “Questa ricerca – ha sottolineato Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria – racconta 100 storie di successo ed è una dimostrazione che la medicina è italiana e che quella del futuro può esserlo ancora di più”.  Per Scaccabarozzi la salute è “un jolly da giocarci in termini di Pil, benessere, sostenibilità, cure e qualità della vita”. Il presidente di Farmindustria ha parlato anche dei vaccini anti-Covid. “Su sei vaccini l’Italia è coinvolta in cinque, in alcuni per aspetti di ricerca e in alcuni per aspetti produttivi”. Inoltre “siamo un hub per la produzione di anticorpi monoclonali”, ha aggiunto. “Tutti volevano i vaccini al giorno zero – ha poi spiegato – ma la produzione dei vaccini è un progetto complesso”. Secondo Scaccabarozzi, occorre del tempo e “non si può pensare di avere la ricetta e dire ‘togliamo il brevetto, facciamo così’. Chi dice queste cose non sa che non è possibile. Anche facendo questo, si ucciderà la ricerca, ma non è possibile avere i vaccini domani”.
(ITALPRESS).

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