Coronavirus, retribuzione a medici in quarantena

L’Enpam ha chiesto al governo di mantenere la retribuzione anche ai medici e agli odontoiatri convenzionati messi in quarantena, come già deciso per i dipendenti pubblici. L’articolo 19 del decreto legge 9/2020, osserva l’Enpam, non fa distinzione fra coloro che sono messi in quarantena, al fine di garantire la salute pubblica, poiché entrati in contatto con soggetti infetti e coloro che sono affetti (in maniera sintomatica o asintomatica) da Covid-19. I medici dipendenti pubblici che si trovano in una qualsiasi di queste situazioni sono considerati come se fossero ricoverati in ospedale, e dunque conservano lo stipendio. “Invece i medici che svolgono servizio pubblico per il Servizio sanitario nazionale in regime di convenzione, non vengono tutelati dallo Stato se posti in quarantena – osserva il presidente dell’Enpam Alberto Oliveti -. Ad esempio, un medico di guardia o un medico convenzionato del 118 che entrano in contatto con un paziente affetto, vengono posti in quarantena ma perdono la retribuzione”. Enpam ha comunque annunciato che tutti i medici in prima linea saranno tutelati, sulla base dell’autorizzazione data dal ministro del Lavoro Catalfo nel corso di un incontro diretto avvenuto il 25 febbraio.
“In quell’incontro si è parlato tuttavia della sola zona rossa formalmente intesa, ma questa è un’emergenza nazionale e per i sanitari andrebbe considerata zona rossa ogni luogo del territorio italiano in cui entrano in contatto con il Covid-19”, continua Oliveti. Le richieste sono contenute in una lettera inviata al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e ai ministri della Salute, del Lavoro e dell’Economia. Nella missiva, in particolare, Oliveti chiede che l’indennità di 500 euro deve essere estesa a tutti i liberi professionisti; Deve essere riconosciuta la causa di servizio per la quarantena disposta per i sanitari convenzionati e, parimenti ai dipendenti pubblici, il Ssn deve mantenere le loro retribuzioni; Ai fini delle misure di tutela emergenziali, ogni contatto tra i professionisti sanitari e il Covid-19 deve essere considerato come avvenuto in zona rossa.
(ITALPRESS).

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