Coronavirus, Razza “In Sicilia ci attendiamo crescita contagi”

PALERMO (ITALPRESS) – Due milioni di tamponi rapidi in arrivo in Sicilia, più di 170 mila test sierologici già fatti e la diminuzione dei pazienti positivi al Coronavirus ospedalizzati. Sono i dati illustrati dall’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza che ha fatto il punto sull’andamento dell’epidemia in Sicilia.
“La Regione Sicilia – ha detto l’assessore – ha ordinato due milioni di tamponi rapidi che consentiranno screening più veloci. Il primo milione sarà già nella disponibilità nell’Isola da giovedì. I nuovi tamponi verranno stoccati in parte a Palermo e in parte a Enna nei depositi della Protezione civile, mentre il secondo milione è atteso per la prossima settimana”.
I nuovi tamponi saranno distribuiti alle aziende sanitarie in base al fabbisogno della popolazione: “Siamo tra le prime regioni ad avere una dotazione così importante ed estesa di questa tipologia di tamponi e l’abbiamo fatto – ha aggiunto – pensando soprattutto alle scuole. Nel complesso ad oggi in Sicilia sono stati 170.800 i test sierologici effettuati. Se ai test si aggiungono i tamponi, in totale 402.836, si arriva quasi a 600 mila casi testati. Ovviamente – ha sottolineato – nei prossimi mesi ci attendiamo una crescita di contagi e una maggiore necessità di cure. Nei prossimi sei mesi – ha aggiunto – senza un vaccino e non ci sarà, sarà fondamentale il ricorso alle buone prassi”. Poi, Razza riferendosi al capoluogo siciliano ha aggiunto: “A Palermo c’è un numero significativo di casi anche se la gran parte è asintomatica, ma comunque ha alzato l’asticella dell’attenzione. Non abbiamo ragione di temere che la rete Covid della nostra regione non sia in condizione di reggere all’epidemia. Non possiamo permetterci di non curare chi non è malato di Covid. Per questo abbiamo ritenuto di allargare la rete Covid su tutta la regione e non penalizzare intere strutture ospedaliere. Lo abbiamo fatto perchè c’è la necessità di continuare a curare, ad esempio, i malati oncologici e pazienti affetti da malattie cardiovascolari, e non possiamo permetterci un nuovo stop alle attività ambulatoriali”. La scelta di allargare, quindi, utilizzando la rete della Regione e non stoppare l’attività ospedaliera, è “una scelta coerente perchè le persone positive sono meno di duemila, mentre sono molte di più le persone con altre patologie e che non possono permettersi di vedersi snobbate dal sistema sanitario della regione. Oggi gli ospedalizzati Covid sono meno rispetto a quando il Paese era in lockdown. I numeri sono diversi e, a fronte dei 1800 positivi ospedalizzati, abbiamo complessivamente 136 ricoverati in degenza ordinaria e 16 in terapia intensiva”. Ora – ha aggiunto – si assiste a un impatto molto più basso di ospedalizzazione: vuol dire che è cresciuta la capacità del territorio di evidenziare i caso positivi, anche se asintomatici”.
(ITALPRESS).

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