CAOS CILE, LA TESTIMONIANZA DI UN’ITALIANA

La testimonianza di una italiana che vive e lavora in Cile. Angela Cucci racconta all’agenzia Italpress come si vive in questi giorni in un paese piombato improvvisamente nel caos, dove dalle proteste contro il rincaro dei prezzi si è passato allo stato di emergenza e al coprifuoco. Come ai tempi di Pinochet.

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SANTIAGO DEL CILE (ITALPRESS) – “La goccia che ha fatto traboccare il vaso”. “La Gota que revalso el vaso” come dicono qua in Cile. File e code, dappertutto, per comperare i beni primari come il pane e la benzina. Siamo tornati al 1973. Le scuole chiuse, le universita’ in sciopero. Bombe lacrimogene. Caos totale. Siamo tornati a 40 anni fa. Scioperi ovunque, manifestazioni, e proteste a mai finire. Supermercati che funzionano a metà, perché l’altra meta’ e’ andata bruciata, militari a ogni angolo. Questo e’ il Cile oggi. In pochi giorni, il Cile e’ diventato un luogo fuori controllo, il governo e stato costretto a ricorrere ai militari per imporre l’ordine. Che cosa è successo? Cosa ha scatenato la crisi più grave dal ritorno alla democrazia? L’aumento del prezzo del biglietto della metropolitana è stata la causa scatenante. Poi gli eventi si sono sviluppati a una velocità vertiginosa. Tutto distrutto dalle stazioni della metro di Santiago, il nostro orgoglio, agli autobus, supermercati ed edifici, dalla Capitale al resto del Paese.

Il governo di Sebastian Pinera ha reagito descrivendo il malcontento come opera dei criminali e ha invocato lo stato di emergenza, che poi è diventato un coprifuoco, misure che non sono state mai applicate dal ritorno alla democrazia, tranne nel caso del il terremoto del 2010. I supermercati non apriranno fino a nuovo avviso e anche in alcune aree le scuole sono state sospese. C’e’ un gran silenzio… di notte si sentono gli spari, i rumori delle pentole dei manifestanti e poi un gran silenzio. Nemmeno ci sono autobus in circolazione. Il Governo nega la sofferenza e la domanda egalitaria delle persone. Per gli analisti questi problemi si trascinano da tempo, responsabilita’ del governo attuale e dei passati governi. Le dichiarazioni dei ministri alla TV sminuiscono le persone e le loro sofferenze, dicendo per esempio che aspettare lunghe ore negli ospedali pubblici è un’opportunità per fare vita sociale. Tra le 7 e le 10 la metro costa di piu’? Allora ti invitano ad alzarti prima. Ma sanno dei sacrifici della gente che lavora? Da 30 anni il Cile soffre le differenze sociali. Come comprendere l’esplosione del disagio in un paese che mostra dati macroeconomici sani e di solito è visto come un posto tranquillo? Lo stesso presidente Pinera aveva affermato una settimana fa che il Cile era “un’oasi” in America Latina. Non è saggio sputare in cielo, soprattutto quando ci sono fratture sociali sotterranee.

Queste fratture hanno a che fare con un tenore di vita che di solito è al di sopra delle possibilità delle persone. I cileni pagano i servizi più costosi, piu alti di quelli che le nostre tasche ci consentono di pagare. I biglietti del metro di Santiago costano 4 volte di più della metro di Buenos Aires. La metro di Santiago è più costosa della metro di New York. Il presidente del Senato cileno ha un reddito superiore a quello che riceve il re di Spagna Juan Carlos. I senatori si sono auto-assegnati 2 milioni di pesos per la “diffusione delle attività sul campo” a tempo indeterminato, e avevano già un reddito di 15 milioni al mese. L’elettricità costa il doppio in Cile rispetto al resto dell’America Latina. Ci viene addebitato un permesso di circolazione e su di esso parcheggi con parchimetri che non forniscono alcun servizio. Gli ex presidenti cileni ricevono circa 30 mila dollari al mese, guadagnano più degli ex presidenti degli Stati Uniti. La sanita’ privata in Cile è tre volte più costosa rispetto alla Germania. Le banche e le istituzioni finanziarie applicano interessi dell’ordine del 47% all’anno, se fossimo in Europa, tutti i loro dirigenti verrebbero incarcerati per usura.

Credo che il governo abbia rapidamente ceduto il controllo ai militari perché non ha mai gestito la situazione. È complesso pensare come possano riprendere il controllo o come possano dare una certa direzione alla domanda dei cittadini. Intanto al parlamento litigano tutti su cosa fare. I militari usano la forza nelle manifestazioni pacifiche e sparano sui minorenni. Cosi si risolvono le urgenze della gente? Viviamo una sensazione di ingiustizia cronica. La destra dice una cosa la sinistra ne dice un’altra. Intanto aspettiamo che la situazione si calmi, ma continua a peggiorare. Siamo tutti spaventanti. Ma bisogna aspettare…

Angela Cucci

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