ROMA (ITALPRESS) – Mezzo secolo fa moriva il “Generalissimo” Franco, spirava un dittatore e tornava sul trono un Borbone. Domani, 21 novembre 2025, il governo spagnolo ricorda lo storico spartiacque tra la Spagna della dittatura e quella della monarchia costituzionale. “Con il paradosso che il protagonista, Juan Carlos, il re emerito oggi vive in esilio nel Golfo e non è stato invitato alle celebrazioni ufficiali”, scrive Enrica Roddolo, firma Royal del Corriere della Sera che ha seguito tutti i grandi eventi reali degli ultimi anni, nel suo nuovo saggio “Il libro dei regni – re e regine del mondo” (Neri Pozza editore). “Quando Juan Carlos raggiunse quel trono di Spagna che era stato “perso” dall’avo Alfonso XIII, lo farà come successore, pur con prerogative reali, del generale Franco. Abbastanza per capire la sfida del momento e l’eredità passata a Felipe e domani a Leonor che oggi tre spagnoli su quattro immaginano un giorno sul trono di regina di Spagna”, completa Roddolo.
Quale giudizio su Juan Carlos, mezzo secolo dopo quel giorno di novembre 1975 che oggi a Madrid viene ricordato da una riunione straordinaria del Congresso dei deputati e da una cerimonia a palazzo reale? “Juan Carlos, un re nato a Roma nel 1938, è stato indubbiamente il grande protagonista della corsa economica e di legittimazione internazionale della Spagna negli ultimi decenni. Il protagonista di quello che è stato chiamato Juancarlismo. Per questo, nonostante gli errori commessi sul finire del suo regno che lo convinsero ad abdicare a favore del figlio Felipe nel 2014, credo che queste celebrazioni senza il protagonista di quella stagione non tengano in considerazione l’intelligenza del giovane re che come ripercorro nel libro si trovò ad affrontare diverse complessità per fra transitare una dittatura in una moderna democrazia”.
Juan Carlos non c’è alla cerimonia ufficiale, ma re Felipe l’ha invitato sabato al pranzo in famiglia per festeggiare privatamente il traguardo del mezzo secolo di nuova monarchia spagnola. “Il figlio Felipe, pur tenendo separato il piano istituzionale, riconosce così il ruolo avuto dal padre nella storia del Paese che è anche la storia dei Borbone, sua e dell’erede Leonor nipote di Juan Carlos. Un sovrano del quale anche Juan Luis Cebrißn, fondatore di El País riconosce i meriti nella prima stagione del suo regno. Citando lo storico Paul Preston, Cebriàn sostiene infatti che la storia ricorderà Juan Carlos come il re che portò la democrazia in Spagna e la difese il 23 febbraio 1981 dal golpe tentato del colonnello Tejero, nonostante abbia commesso poi gravi errori”.
Alla domanda, quale re sia Felipe, che ha ereditato il trono dopo l’abdicazione del padre, Roddolo nel libro lo definisce “un sovrano molto credibile, affidabile per il Paese”. “Molti hanno visto nel suo messaggio alla nazione il 3 ottobre 2017, dopo il referendum per l’indipendenza in Catalogna, un messaggio importante per dar manforte a un governo demoralizzato e anche per assicurare alla metà non nazionalista della Catalogna: “Non siete soli”. La regina Letizia? “Una borghese originariamente spostata a sinistra, poco amata dai conservatori ma penso che possa ampliare il sostegno all’istituzione monarchica. E la visita esattamente un anno fa dei reali di Spagna a Valencia danneggiata dalla Dana ha suscitato rispetto”.
Una celebrazione, quella di Madrid in occasione dei 50 anni dalla fine del Franchismo, che vede protagonista anche la regina Sofia, moglie di Juan Carlos. Perché il figlio Felipe la decora oggi con l’Ordine più alto della Spagna, il Toson d’oro? “Per la sua devozione al servizio della nazione e della istituzione monarchica, una regina infaticabile che anche adesso nel ruolo di sovrana emerita continua a svolgere molti Royal engagement. E con Sofia, re Felipe decorerà anche l’ex presidente del governo Felipe Gonzßlez, oltre a giuristi come Miquel Roca e Miguel Herrero assieme a Rodríguez de Miñón, i padri nobili della Costituzione della Spagna democratica di oggi”.
Il libro di Roddolo, parla della Spagna, e dei Borbone alla guida del Paese ma racconta in realtà tutti i regni del mondo: dal Regno Unito di Carlo III alla Danimarca di Frederik X, fino alla Svezia, alla Norvegia, all’Olanda, al Principato di Monaco e ancora ai regni lontani, nel deserto come la Giordania o il Marocco e i regni a Oriente, dal Giappone imperiale al Buthan. Un vero e proprio giro del mondo fra i segreti di corte e della storia dei casati reali. “Nel gettare il suo sguardo esperto sulle monarchie del mondo, Enrica Roddolo non solo offre un libro che i Royal-lovers ameranno leggere, ma fa ancora più luce su un fenomeno che, per quanto anacronistico possa sembrare a molti, resta fonte di “colore” e continuità in un tempo di cambiamenti difficili da comprendere”, scrive nella Prefazione Daniel Franklin dell’Economist.
– foto Neri Pozza –
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