Commissario Covid Palermo “pronti a vaccinare gli over 50”

IL COMMISSARIO PER L'EMERGENZA COVID DI PALERMO E PROVINCIA RENATO COSTA

“Venite in tanti a vaccinarvi. Solo così potremo tornare ad avere una vita sociale”. E’ l’appello che rivolge dalle pagine di Repubblica Palermo il commissario per l’emergenza Covid del capoluogo siciliano, Renato Costa, quotidianamente presente alla Fiera del Mediterraneo, dove presto sarà aperto un nuovo padiglione.
“Siamo pronti per gli over 50 – spiega -. Chi, tra i 50 e i 59 anni, ha patologie potrà venire anche senza prenotazioni da domani. Però ci auguriamo che la gente si registri per organizzarci al meglio. Mentre chi è in salute può già prendere un appuntamento da stasera sul sito delle Poste, ma le vaccinazioni partiranno il 13 maggio”.
Costa si dice certo che saranno evitate lunghe file: “Sì. Nella prima fase, quella dei ‘fragili’, non dovremmo avere difficoltà perché non sono tanti. Quando apriremo a tutti, ci adegueremo in base alle adesioni. Entro una settimana apriremo un nuovo padiglione che ci permetterà di somministrare molte più dosi contemporaneamente”. “A chi ha patologie faremo Pfizer, a chi è in salute AstraZeneca”, spiega Costa, anche se ancora manca un ok da Roma per iniettare il vaccino anglo-svedese agli under 60.
“Infatti – dice -, auspichiamo che entro il 13 maggio l’Agenzia italiana del farmaco dia il via, su dati scientifici, all’estensione di AstraZeneca agli over 50. La Regione è stata coraggiosa, ma se l’Aifa non darà l’ok, ovviamente ci fermeremo”.
Questo permetterebbe di smaltire le scorte rimaste in frigo.
“Sì, però devo dire anche che abbiamo utilizzato il 48 per cento delle fiale di AstraZeneca, le altre le useremo per i richiami – dichiara -. Anche se non posso negare il problema: ne facciamo 400-500 al giorno su una media di 4.500 somministrazioni quotidiane”.
Quella di Musumeci, sia per gli over 50 che per la vaccinazione a tappeto nelle isole minori, “penso sia una scelta saggia -. Commenta Costa -, perché il piano di vaccinazione non può essere uguale in tutta Italia: ogni territorio ha le sue esigenze. In particolare, noi paghiamo il fatto che quasi tutte le morti sospette siano avvenute in Sicilia. È normale che qui ci sia più diffidenza, nonostante la sicurezza dei vaccini”.
(ITALPRESS).

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