FIRENZE (ITALPRESS) – “Sconfiggere le mafie? Possiamo e dobbiamo, però dobbiamo anche dirci la verità: mai come in questo periodo storico le giovani generazioni sono affascinate dalla criminalità organizzata. Il primo motivo è che adesso spara meno, e quindi induce meno quel terrore o quella reazione che ha portato dopo le stragi soprattutto i ragazzi in piazza contro quella criminalità organizzata”. Lo ha detto la presidente della Commissione antimafia Chiara Colosimo, intervenendo a un’iniziativa in corso a Firenze, organizzata da Fratelli d’Italia.
“Dall’altra parte c’è l’altro grande tema per cui oggi c’è una pazzesca fascinazione, la droga, perché le piazze di spaccio sono in tutta Italia il bancomat della criminalità organizzata, ma sono anche il modo con cui i più giovani si avvicinano alla criminalità organizzata – ha aggiunto Colosimo -. Comprando, perché le danno i soldi, ma, ancora peggio, spesso avendo un ruolo attivo, come sentinelle nelle piazze di spaccio, piuttosto che direttamente come spacciatori, entrano senza accorgersi nelle mani dei grandi narcos che portano la droga nella nostra nazione e che con quella droga fanno danni feroci alle più giovani generazioni. Allo stesso tempo fanno grandissimi profitti economici che poi reinvestono nell’economia legale, avvelenando i nostri territori, affamando i nostri commercianti e così via”
“Per cui sono proprio quei ragazzi che si devono rendere conto che nonostante un bel video su TikTok, o una canzone più o meno virale, hanno di fronte una una scelta. La scelta è di dire ‘Davvero, come hanno detto tanti grandi, la fine della mafia siamo noi’. Oggi però non posso dire che questo sta succedendo”, ha concluso Colosimo.
“41 BIS ANCHE PER LE DONNE PEGGIORI DEI BOSS”
“Le donne hanno due facce quando parliamo di mafia. Ci sono le donne che subiscono e che aspettano lo Stato, e ci sono quelle che diventano peggio dei boss. Noi alle donne che diventano peggio dei boss dobbiamo ricordare che il 41 bis esiste anche per loro, e che da lì quando si esce non si esce perché ci si è pentiti, ma perché si è dato un contributo allo Stato. Alcuni terribili boss escono perché ci permettono di dare dei colpi alla mafia che altri non ci avrebbero permesso di dare, ma questo non vuol dire che vengano assolti: non dalle coscienze civili di questa nazione. Quindi esiste anche per queste donne il 41 bis. Per tutte le altre va gridata forte la possibilità di cambiare: quelle ragazze che io ho incontrato e che sono venute in commissione sotto copertura sono rinate”. Lo ha detto la presidente della Commissione antimafia Chiara Colosimo, intervenendo a un’iniziativa a Firenze organizzata da Fratelli d’Italia.
“MOLTO VICINI A SCRIVERE VERITÀ SU BORSELLINO”
“Quando ho incontrato per la prima volta Lucia Borsellino e suo marito, l’avvocato Trizzino, quando loro mi hanno consegnato quella richiesta di verità che poi è stata pubblica in Commissione Antimafia, io mi sono sentita sinceramente sopraffatta. Avevo visto quante carte avevo in archivio sulla strage di Via D’Amelio e quindi non sapevo bene da dove iniziare, e per chi come noi è cresciuto con quell’immagine lì dentro gli occhi, con quell’uomo lì come esempio, sentirsi la responsabilità di scrivere la verità storica su quella strage è la cosa più pesante che si possa portare sulle spalle. Però è anche una cosa a cui sinceramente non potrei mai rinunciare per nessun motivo oggi, e non solo perché credo che siamo molto vicini, ma perché quello che si è scatenato mi ha dimostrato che c’è ancora qualcuno che ha paura della verità, ma io non ho paura di quel qualcuno”. Lo ha detto la presidente della Commissione antimafia Chiara Colosimo, intervenendo quest’oggi ad una iniziativa in svolgimento a Firenze organizzata da Fratelli d’Italia.
“Dopo la famosa trasmissione” in cui furono trasmesse le intercettazioni fra Scarpinato e Natoli sull’inchiesta mafia-appalti, e Borsellino, “ovviamente ho sentito i figli, e nello specifico ho sentito Manfredi, che poi ha scritto quella lettera aperta ai figli: e io francamente ancora oggi, nonostante so e capisco che stiamo facendo la cosa giusta, mi sento in colpa per aver in qualche modo inferto ancora dolore a quella famiglia”, ha aggiunto Colosimo, che infine ha concluso: “Certamente non abbiamo responsabilità per quello che altri hanno detto, ma pensare che dopo tutto questo tempo quelli sotto accusa debbano essere loro fa venire una rabbia che fa saltare veramente i nervi”.
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