COL CORONAVIRUS NULLA TORNERA’ COME PRIMA

Lungi da da noi la voglia di fare i Savonarola, perche’ tutti siamo sulla stessa barca, anche i francesi i quali, prima che la pandemia esplodesse in tutta la sua virulenza, ci avevano allontanati come degli appestati. E gli inglesi che stanno sottovalutando quanto sta accadendo perche’ loro sono superiori a tutti e tutto. Bisogna essere positivi, ma calcolare i pericoli e, secondo noi, aspettarsi il peggio per augurarsi il meglio. Abbiamo visto che col progredire del fenomeno Coronavirus, sono cessati (o si sono attenuati) certi odiosi proclami, ma -restando nell’ambito che ci compete, quello del calcio- abbiamo “scoperto” che il virus non e’ juventino e ha colpito per primo il bianconero Rugani. Poi e’ entrato in casa Samp (Gabbiadini, Colley, Ekdal, La Gumina, Thorsby, De Paoli, Bereszynski, il medico Baldari) e Fiorentina (Vlahovic, Cutrone, Pezzella, il fisioterapista Dainelli). Noi speriamo sia un elenco definitivo, ma teniamo che invece sia provvisorio. Il Coronavirus non fa differenze, non ci sono “raccomandati”. Insomma, stiamo vivendo un incubo.
E il nostro mondo, che si riteneva intangibile e al di sopra della legge, si sta ritrovando debole e vulnerabile. Abbiamo vissuto una domenica di riposo forzato negli stadi, non era la prima e non sara’ nemmeno l’ultima. La sensazione era quella di vivere in un mondo a se’: si era fermato qualche volta per lo sciopero dei calciatori, per le scelleratezze di qualche tifoso, per qualche morte importante. Adesso il calcio e’ stato coinvolto in un fenomeno di proporzioni mondiali e se qualcuno sollecita di chiudere in qualche modo la stagione (in estate, con i playoff, ecc.), c’e’ chi fa notare come non sia in discussione la sorte del pallone, ma dell’umanita’ stessa. Circolano voci di complottismo, ecc. Non vogliamo volutamente entrare nel campo della politica, ma facciamo notare come personaggi di caratura mondiale, che avevano sottovalutato quanto stava accadendo, ora si stanno arrendendo all’evidenza. Siamo in un momento in cui non si puo’ prevedere il futuro, altro che pallone ! Si stanno mettendo in evidenza le differenze fra nazioni ricche e povere e noi non siamo fra quelle che possono stanziare cifre enormi, come la Germania (centinaia di miliardi, contro le nostre decine): siamo fra i meno dotati, se non in fatto di fantasia. A parte l’impotenza economica, restando nel cortile calcistico, ci sono anche in questo momento le solite divergenze (chiamiamole cosi’) fra dirigenti che difendono i propri interessi. Si cerca di stabilire quali saranno i danni economici e di immagine e come far fronte a queste difficolta’. Si parla di miliardi. E poi ci sono le tv (che hanno dato al calcio circa 1 miliardo) e hanno visto sfumare i loro programmi: si presenteranno a battere cassa, se lo spettacolo non andra’ avanti. La problematica e’ molto variegata: ognuno pensa a quel che e’ piu’ conveniente fare per salvare il salvabile e portare a casa i conti e la faccia. FIFA e UEFA, che volevano andare avanti nella politica espansionistica, hanno dovuto fare marcia indietro, dopo aver tentato di continuare come se nulla fosse successo (l’Ente europeo) con la Champions e l’Europa League, anche a porte chiuse. Per onorare i contratti e incassare. Di mezzo c’erano anche gli Europei, che verrebbero rinviati di un anno. C’e’ stato anche chi ha pensato -con disperazione- al ridimensionamento del calciomercato per inevitabile riduzione degli investimenti e la conseguente riduzione degli affari che riusciva a portare a termine. Insomma, ci stiamo rendendo conto che quello che viene chiamato l’indotto (in parte un settore serio, ma con personaggi a volte non molto credibili) che vive di luce riflessa, si trova nei guai. Se la macchina resta ferma per mancanza di benzina, c’e’ chi paga un prezzo anche dietro le quinte. Le proposte di congelare la classifica (scudetto a chi e’ primo, cioe’ la Juve) o di giocare i playoff, ovvero di trovare date -anche estive- per concludere la stagione, hanno dei pro e dei contro e non c’e’ accordo. Insomma, tutto e’ in alto mare. I “tecnici” sono divisi: c’e’ chi vuole riprendere gli allenamenti, c’e’ chi aspetta di sapere come va a finire dopo quel che ci sta succedendo attorno: morti, contagiati, tutti a casa ecc. Ognuno dice la sua, come e’ giusto, anche se c’e’ molta confusione. Noi siamo convinti che non bisogna farsi illusioni: la cosa migliore e’ aspettare se e quando si fermera’ la pandemia e poi riparlarne. Non bisogna illudersi che il calcio sia la cosa piu’ importante del mondo e che tutto ritornera’ come prima. Se il calcio si aspetta aiuti, manne dal cielo, sbaglia. Come disse Arrighetto Sacchi, il calcio e’ la cosa piu’ importante delle cose inutili. Ci sono delle priorita’: ringraziamo il cielo se i supermercati saranno riforniti, se gli ospedali funzioneranno, se si troveranno posti letto a sufficienza, se la pandemia si attenuera’. Qualcosa e’ cambiato e nella nostra vita sara’ tutto diverso. La pacchia e’ finita. Questa e’ una guerra contro un nemico invisibile. E in tempo di guerra si pensa solo alle cose essenziali, mettendo da parte il superfluo. Nella vita di tutti i giorni, come nel calcio e nello sport piu’ in generale. E’ cosi’, facciamocene una ragione.

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