Codice appalti e Pnrr al centro della relazione dell’Anac

Presentazione del programma di adeguamento sismico e ricostruzione di tutte le scuole danneggiate nel sisma del 2016 nella foto Giuseppe BUSIA - Presidente ANAC (ROMA - 2022-06-01, Stefano Carofei) p.s. la foto e' utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e' stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate

ROMA (ITALPRESS) – I numeri e gli interventi per quanto riguarda i fascicoli di vigilanza aperti in merito alle presunte violazioni sulla prevenzione della corruzione, i pareri in relazione al nuovo codice degli appalti, una sostanziale bocciatura dell’attuale impostazione del decreto per il Ponte sullo Stretto e la necessità di rinegoziare alcune misure del Pnrr al centro della relazione annuale dell’Anac, presentata dal presidente Giuseppe Busìa presso la Sala della Regina della Camera dei Deputati. Nel 2022 è stata registrata in base ai dati Anac un’importante impennata degli affidamenti e il valore complessivo degli appalti di importo superiore a 40.000 euro è stato di circa 290 miliardi, con un incremento pari a circa il 39% rispetto al 2021 e al 56% rispetto al 2020.
“Nei contratti pubblici non basta soltanto fare presto, occorre anche fare bene, valorizzando la buona progettazione e ricercando la qualità. Non solo il quando, anche il come e con chi, senza mai cadere nella pericolosa scorciatoia di contrapporre efficienza e legalità”, ha spiegato Busìa introducendo l’argomento del codice degli appalti.
“La deroga non può diventare regola, senza smarrire il suo significato e senza aprire a rischi ulteriori. Nell’epoca del digitale, sorprende che per velocizzare le procedure si ricorra a scorciatoie certamente meno efficienti e foriere di rischi. Tra queste, l’innalzamento delle soglie per gli affidamenti diretti, specie per i servizi e le forniture, l’eliminazione di avvisi e bandi per i lavori fino a cinque milioni di euro – ha aggiunto chiedendo una riduzione delle stazioni appaltanti – Esiste una buona semplificazione, ed è questa che tutti insieme dobbiamo cercare. Non possiamo più sostenere un tipo di architettura istituzionale nella quale tutte le 26.500 stazioni appaltanti registrate possano svolgere qualunque tipo di acquisto, a prescindere dalle loro capacità: occorre pertanto una drastica riduzione del loro numero. Soltanto le amministrazioni in grado di utilizzare le più evolute tecnologie possono gestire le gare più complesse – ha precisato – E’ necessario ridurre le stazioni appaltanti, non solo per rispondere all’obiettivo posto dal PNRR, ma anche per assicurare rapidità nelle procedure, selezionare i migliori operatori e garantire maggiori risparmi nell’interesse generale”.
Per quanto riguarda invece il ponte sullo Stretto, Busìa ha affermato come sia stato “rilevato uno squilibrio nel rapporto tra il concedente pubblico e la parte privata, a danno del pubblico sul quale finisce per essere trasferita la maggior parte dei rischi. Da parte di Anac sono stati proposti alcuni interventi emendativi volti a rafforzare le garanzie della parte pubblica – ha ricordato -, che però in sede di conversione del decreto il Governo non ha ha accolto”. Sul fronte del Pnrr, per Busìa sarà decisiva “la rinegoziazione di alcune misure, perché non tutti gli investimenti hanno la medesima urgenza e per questo possono essere utilmente spostati su altri finanziamenti europei – ha aggiunto – Il Pnrr deve essere terreno condiviso e la precondizione è la massima trasparenza e controllabilità dei progetti e dello stato degli investimenti. Sebbene sia fisiologico che gli investimenti si concentrino nella fase conclusiva del piano, è evidente che la salita sarà da ora particolarmente ripida”.
Per quanto riguarda invece il macrotema della corruzione, nel 2022 l’Anac ha aperto 721 fascicoli di vigilanza su presunte violazioni sulla prevenzione del fenomeno e sulle norme della trasparenza.
Nel dettaglio, per quanto riguarda la vigilanza sull’anticorruzione sono 212 i procedimenti di cui 134 in seguito a segnalazione. Al contempo, Anac ha inoltre esaminato in tutto 7.355 richieste e i procedimenti di vigilanza sulla trasparenza sono stati 234. Sempre lo scorso anno, sono pervenute 347 segnalazioni di whistleblowing, di cui 272 relative a presunti illeciti. “Sul fronte europeo, il contrasto alla corruzione ha segnato un risultato importante, visto che il 3 maggio scorso la Commissione Europea ha presentato una proposta di direttiva per la lotta a questo fenomeno, con l’obiettivo di assicurare una risposta omogenea ed efficace – ha sottolineato Busìa – Abbiamo accolto con grande soddisfazione la proposta che avevamo sollecitato anche di recente. Nell’ambito della lotta alla corruzione non possiamo permetterci passi indietro e titubanze”.
Come si evince inoltre dal rapporto sulla corruzione nel mondo, pubblicato a gennaio, dalla nascita di Anac nel 2014 a oggi l’Italia ha fatto un passo avanti di 28 posizioni, passando dalla 69esima alla 41esima nella graduatoria sulla corruzione percepita.

credit photo agenziafotogramma.it

(ITALPRESS).

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