Che cos’è lo Smart Working

Che cos'è lo Smart Working

Soprattutto in seguito all’emergenza sanitaria legata alla pandemia di Covid-19, il termine “Smart Working” è diventato di uso comune. Ma all’atto pratico, non tutti i cittadini sono perfettamente consapevoli di cosa si intenda con questa espressione, entrata ormai a far parte dei nostri discorsi quotidiani. In questo articolo, scopriremo allora che cos’è lo Smart Working e come funziona.

Smart Working: significato

In italiano il termine “Smart Working” è traducibile come “lavoro intelligente”. Per poter trovare una definizione adeguata di questa modalità lavorativa in costante diffusione e destinata a crescere ancor di più con il passare del tempo, si può far riferimento alle parole dello specifico Osservatorio del Politecnico di Milano. Gli esperti dell’Osservatorio definiscono lo Smart Working, “una nuova filosofia manageriale fondata sulla restituzione alle persone di flessibilità e autonomia nella scelta degli spazi, degli orari e degli strumenti da utilizzare a fronte di una maggiore responsabilizzazione sui risultati”.

Lo Smart Working, abitualmente chiamato anche con l’appellativo di “lavoro agile”, non va quindi confuso con il semplice concetto di “lavorare da casa” per uno o più giorni a settimana.

Come funziona lo Smart Working

Entrando ancor più dettagliatamente nel merito, quando si parla di Smart Working ci si riferisce a un nuovo approccio nel modo di collaborare all’interno di un’azienda o di un’organizzazione. Questo approccio si basa su alcuni punti cruciali:

  • una revisione del rapporto tra Manager e dipendente, in cui prevale la fiducia rispetto al controllo;
  • l’utilizzo di tecnologie collaborative;
  • la riorganizzazione degli spazi lavorativi che non sono più esclusivamente rappresentati dal tradizionale ufficio.

Nell’ottica Smart, infatti, il concetto di ufficio diventa aperto. Lo spazio lavorativo mira cioè a favorire la creatività delle persone coinvolte, stimolando nuove idee. Di qui si comprende l’uso dell’aggettivo “intelligente”. Siamo cioè di fronte a una modalità innovativa di operare che, se ben strutturata, aumenta il livello di partecipazione del collaboratore, assicurando il raggiungimento di una maggiore produttività per l’impresa.

Normativa sullo Smart Working

Nel nostro Paese lo Smart Working è stato normato solo negli ultimi anni, tramite la Legge 81/2017, non a caso definita ”Legge sul Lavoro Agile”. In base alla normativa, l’adozione di questa modalità di esecuzione del lavoro subordinato deve innanzitutto essere stabilita attraverso un accordo scritto tra le parti coinvolte.

Trattandosi di lavoro agile, la prestazione lavorativa è da svolgere in totale autonomia da parte del lavoratore, senza vincoli di luogo di lavoro né di orario e mediante l’uso di strumenti tecnologici idonei.

Nella Legge viene inoltre chiaramente specificata la parità di trattamento economico per lo Smart Working rispetto al lavoro tradizionale. La normativa specifica infine la tutela degli aspetti legati alla salute e alla sicurezza del lavoratore, nonché il diritto all’apprendimento permanente.

Benefici dello Smart Working per le aziende

Per le aziende che adottano una modalità di lavoro agile si configura una serie di
vantaggi tangibili. Un modello di Smart Working ben strutturato aiuta ad accrescere la motivazione e il senso di soddisfazione del lavoratore, con chiari benefici in termini di performance. Un lavoratore felice è infatti anche un lavoratore più produttivo. Avere l’opportunità di ripensare e di riadattare gli ambienti professionali comporta inoltre dei vantaggi sotto il profilo economico, permettendo alle imprese di risparmiare notevolmente su alcune uscite fisse, quali le spese per l’energia e per la pulizia.

Va però precisato che non tutti i lavoratori sono per indole abbastanza flessibili da adattarsi facilmente a una modalità di lavoro agile. Alcune persone preferiscono infatti lavorare tra le mura del classico ufficio, a stretto contatto con i propri colleghi, e seguendo ritmi prestabiliti. In questi casi possono manifestarsi sensazioni di smarrimento, che tuttavia con il passare del tempo e con l’abitudine alla nuova modalità tendono in genere a scomparire.