Caporalato, scoperti braccianti in nero in aziende agricole del casertano

16/01/2018 - SAN FERDINANDO (REGGIO CALABRIA) – A distanza di otto anni dalla rivolta di Rosarno, nonostante gli impegni istituzionali e le iniziative legislative contro il caporalato e lo sfruttamento del lavoro nero, poco o nulla è cambiato per le migliaia di lavoratori migranti (regolari e irregolari) che ogni anno si riversano nella Piana di Gioia Tauro per la stagione della raccolta degli agrumi. In foto: braccianti africani passano il tempo davanti a un casolare abbandonato in cui vivono in condizioni disumane. (REGGIO CALABRIA - 2018-01-16, Francesco Mollo) p.s. la foto e' utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e' stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate

ROMA (ITALPRESS) – L’Ispettorato del Lavoro di Caserta ha coordinato, nell’ambito del Progetto multi-agenzia SU.PR.EME., un’attività di vigilanza condotta da task force composte da personale degli Ispettorati di Caserta, Napoli, Sassari, Roma e Salerno e da Carabinieri del N.I.L. dell’I.T.L. di Caserta, con la partecipazione dei mediatori culturali dell’O.I.M. e con il supporto logistico delle locali Stazioni dei Carabinieri nonchè, per una settimana, del personale ispettivo dell’Inps e dello Spesal della locale A.S.L.
L’attività, tesa a contrastare il fenomeno dello sfruttamento lavorativo e del caporalato in agricoltura, ha interessato principalmente i territori dell’agro-aversano, dell’agro-sessano e della zona dei Mazzoni.
Diciassette le aziende agricole sottoposte a controllo – soprattutto campi di piantagione di pomodori, peperoni, melanzane, angurie – delle quali 14 sono risultate non in regola con la normativa in materia di rapporti di lavoro e legislazione sociale. Sulle restanti tre sono ancora in corso accertamenti.
Gli ispettori hanno verificato le posizioni di 64 lavoratori ed hanno emanato 4 provvedimenti di sospensione dell’attività nei confronti di altrettante aziende, per la presenza di 20 braccianti completamente “in nero” (tutti stranieri, provenienti soprattutto dall’ est Europa e dal nord Africa). Dei 51 lavoratori provenienti da Paesi extra-UE, 11 sono risultati privi del permesso di soggiorno per motivi di lavoro; per il loro impiego sono stati denunciati 5 imprenditori. In un campo della zona dei Mazzoni sono stati trovati, intenti a raccogliere angurie, 7 lavoratori di nazionalità tunisina privi del permesso di soggiorno; sotto il sole cocente, alcuni lavoravano senza calzature ed è emerso che venivano pagati a cottimo – 7 euro a cassone – e impiegati per 9 ore al giorno senza riposo settimanale. Sono in corso accertamenti per verificare la sussistenza del reato di sfruttamento in capo ai datori di lavoro. Per tutti i braccianti sono in corso le verifiche per violazioni in materia di orario di lavoro e di sicurezza nei luoghi di lavoro, tra le quali l’omessa consegna dei dispositivi di protezione individuale.

– foto: agenziafotogramma.it

(ITALPRESS).

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