CAMPIONATO MEDIOCRE, MEGLIO TORNARE A 18 O 16 SQUADRE

Il momento è delicato. E’ il titolo di una raccolta di racconti che potrei fare anche mio, mettendo in fila una ventina di articoli che ho scritto dopo il gioioso Campionato d’Europa. Quando s’è spenta la tendenza al bello e siamo tornati all’ormai abituale autunno del nostro scontento. Calcio mediocre che s’inventa partitissime come Milan-Napoli giusto per dare un titolo alla programmazione televisiva sperando di ferire la concorrenza. Dazn contro tutti. Forse Cagliari-Udinese, sabato sera, non è riuscita a ferire “Ballando sotto le stelle” della Carlucci; non mi sono interessato degli ascolti ma sono convinto che venerdì sera Salernitana-Inter 0-5 non abbia fatto un baffo a “The Voice Senior” di Antonella Clerici, mia antica compagna di “Domenica Sprint”. Voglio dire che nonostante i titoloni sparati per l’Inter “più forte di quella di Conte” solo perchè corre sulle macerie di un nobile torneo e sta in testa al gruppo; e per la Juve che ha strapazzato un Bologna annebbiato ricavando attenzioni da prima della classe, tutto questo non m’aiuta a dire “oh come mi sono divertito” facendo finta di non sapere che sta andando in onda un pessimo campionato onorato da poche squadre. E non guardiamo fuori – continuo a dire – dove c’è anche chi sta peggio: mi hanno insegnato a non tener conto delle miserie altrui. Sempre miserie sono e sempre le ho evidenziate ad uso, soprattutto, di quei giocatori che battono la fiacca strapagati da investitori malaccorti prede di procuratori famelici. O da audaci bollettari che si rivelano peracottari o bancarottieri: la punizione toccata all’Atalanta non è da generalizzare, e il colpo di vita di Mourinho – tornato in vita dopo che Mou, applaudito Re di Roma, era stato definito “bollito” come un cappone natalizio – dovrebbe indurre a farsi pur moderati difensori di un tecnico e della sua squadra una volta riusciti a esprimersi più di un recente mediocre passato inguaiando addirittura la Dea e il suo Mago. Peccato che i programmatori incolti abbiano messo quel confronto fra Atalanta e Roma all’ora della merenda. Se non altro per la presenza di un Mourinho quasi disperato gli si poteva concedere la prima serata. Il crepuscolo degli dei è in atto, il più noioso dei tornei viene insistemente abbandonato dai giovani stanchi dell’inflazione di partite brutte e senza emozioni. E non fanno più effetto le prediche inutili di Mihajlovic come le proteste di Gasperini contro una Var fallita – secondo me – dal momento che media autorevoli la giudicano in opposta maniera. Come un tempo. Quando il giudizio sull’arbitro lo dava il campanile. Che fare? All’opera fondamentale di Lenin affianco la mia modesta proposta: tornare a un campionato a 18 squadre. Magari a 16.
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