BELGIO-ITALIA CON VISTA SU WEMBLEY

Siamo a Belgio-Italia, partita cruciale dell’avventura azzurra agli Europei. Vista l’ecatombe di favorite provocata dall’eliminazione di Francia, Portogallo e Germania, la si può considerare una semifinale, anche se non lo è. L’arrivo dell’Inghilterra dall’altra parte del tabellone propone un esito dell’Europeo imprevisto, ma solo se gli azzurri passeranno. I vari Mbappè, Ronaldo, Muller sono già in vacanza: possiamo dire senza tema di smentite, che è prevalso il successo di squadra (per l’Italia senz’altro) rispetto a quello dei protagonisti singoli e l’unico personaggio rimasto in piedi è Lukaku. La squadra di Mancini se lo troverà davanti in quella che si può considerare la terza partita decisiva dell’iter azzurro. In questi giorni il nostro ct si è arrovellato fra il dubbio se inserire Chiellini tout-court per fermare Lukaku e fare un attento turnover per il resto della formazione. L’esplosione di Chiesa e Pessina ha oscurato un pò l’intoccabilità di Barella e Verratti a centrocampo e dello stesso Berardi sulla destra, ma difficilmente il ct farà cambi. Chiesa e Chiellini sono i soli a poter trovar posto in una formazione che, come si dice in maniera corrente, gioca a memoria.
Il primo perchè è stato decisivo contro l’Austria e potrebbe tornare ad esserlo contro il Belgio, il secondo perchè c’è da marcare Lukaku, l’unica vera stella rimasta nel firmamento di questo Europeo e lui lo conosce bene. Ma lo juventino non gioca da sedici giorni e Acerbi si è comportato bene in sua vece. Si fa strada questo ragionamento: giocare come se dovessimo andare sicuramente avanti, alternando gli uomini per trovare sempre forze fresche nelle prossime partite, oppure vivere alla giornata e poi vedere in seguito il da farsi. Una questione filosofica secondo alcuni, pratica a parere di altri. Ma ogni gara ormai si può considerare anche l’ultima e Mancini è roso dai dubbi. Il tecnico belga Martinez ha avuto il problema di Eden Hazard e di De Bruyne, infortunati, ma siamo certi che lo risolverà positivamente, anche se recuperando solo il secondo. Chi farà il week-end in vacanza andrà via con tanti rimpianti. In questo tourbillon di sentimenti e di quiz calcistici, l’importante è mantenere la calma.
Fra Belgio e Italia c’è la differenza di sei posti nel ranking Fifa: primi i nostri avversari, settimi gli azzurri. Ma il calcio non è una scienza esatta: conta il momento, non i numeri. Entrambe le squadre, in questi Europei, hanno vinto sempre, ma quella di Martinez era favorita dall’inizio, la formazione di Mancini ha mostrato di essere in progresso. Gli azzurri hanno migliorato il loro gioco palesemente. Il percorso era stato esplosivo contro Turchia e Svizzera, poi è subentrata l’Italia-due che ha battuto il Galles di misura, mentre con l’Austria la squadra azzurra si è salvata con gli innesti dalla panchina. Come si vede, nel diagramma verbale, sono apparse gradualmente delle difficoltà. Il ct belga ha avuto problemi di infermeria, Mancini di scelta. Volendo consultare gli aruspici, essi non sapranno cosa rispondere: i precedenti dicono che agli Europei recentemente è andata meglio agli azzurri, che sono avanti anche nel bilancio generale. Saranno due Roberti contro: Mancini contro Martinez. Si fanno paragoni fra Lukaku e Immobile e il paragone privilegia l’interista del Belgio. Entrambe le squadre hanno subito un gol. L’Italia ne ha segnati nove, gli avversari otto. Ma i belgi hanno battuto il Portogallo, che era (con Ronaldo) una delle squadre favorite, oltre che campione in carica.
Insomma, al tirar delle somme, sarà una partita in cui si partirà alla pari, cui potranno assistere 14.500 spettatori, la gran parte tifosi azzurri, perchè la Germania è più italiana che belga e in terra tedesca nel 2006 abbiamo vinto un Mondiale. Si è scavato nel passato dell’arbitro sloveno Vincic, arrestato e poi scagionato. Qualcuno sta contando i fili d’erba dell’Allianz Arena di Monaco e ce ne dirà il numero. Naturalmente corsi e ricorsi si accavallano. Ma quel che conta non è il passato, prossimo o remoto che sia. Quel che conta è il presente. Il Belgio ha la sicumera di chi è considerato il primo della classe, l’Italia la forza del complesso, dei progressi fatti. E quindi solo qualche particolare della partita potrà decidere e lanciare i vincitori verso la finale. Che potrebbe essere Inghilterra-Italia o Inghilterra-Belgio. Ma forse ci sarà la Spagna, di mezzo. Gli iberici si son ripresi e hanno riproposto la loro candidatura, dopo momenti di perplessità. E’ inutile tuttavia fare congetture. Meglio un passo alla volta. Tutti si attaccano a tutto, in queste occasioni. Quella che appare un’impresa proibitiva, potrebbe diventare un sogno possibile.

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