Baccarini “Con la legge sulla concorrenza opportunità in più per gli agenti immobiliari”

ROMA (ITALPRESS) – Il 27 agosto è entrata in vigore la legge sulla Concorrenza che introduce importanti novità in materia di compatibilità tra la mediazione immobiliare e quella del credito. Ne parla in un’intervista all’Italpress il presidente nazionale della Fiaip (Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali), Gian Battista Baccarini.

È corretto sostenere che questa modifica legislativa rappresenta un passo indietro per l’intero settore dell’intermediazione favorendo i grandi gruppi imprenditoriali?

“No, è esattamente il contrario in quanto oggi solo i grandi gruppi imprenditoriali sono favoriti perché solo loro possono svolgere tutte le attività citate tramite differenti società, tra cui, appunto, la mediazione creditizia e immobiliare, mentre alle agenzie immobiliari tale possibilità, prima della riforma, era preclusa. Con questa legge, perciò, si consente, indiscutibilmente, anche alle piccole-medie imprese di intermediazione, ovvero circa l’80% delle Agenzie Immobiliari Italiane, di erogare un servizio in più, quello in ambito creditizio, e quindi aumentare le proprie entrate, opportunità prima preclusa”. È giusto affermare che questa riforma introduce la possibilità per le “grandi” società di mediazione creditizia di entrare nel mondo dell’intermediazione immobiliare generando un conflitto di interessi? “No, i soci o proprietari delle “grandi” società di mediazione del credito potevano già essere anche soci o proprietari di agenzie immobiliari (consentendo, di fatto, di operare contemporaneamente nel settore della mediazione creditizia e in quella immobiliare), essendo, tale possibilità, già normativamente consentita prima della riforma. Infatti, già da diversi anni, sono presenti e attivi sul mercato, grandi gruppi imprenditoriali che operano contemporaneamente sia nel settore dell’intermediazione immobiliare che in quella creditizia (Tecnocasa-Kiron, Gabetti-Monety, Remax-24Max, ecc…). Pertanto, chi sostiene che con questa legge si è generato un conflitto di interesse tra mediazione immobiliare e quella creditizia (che di fatto non può esistere in maniera preventiva e pregiudiziale considerando che si tratta di attività di mediazione imperniata, per sua natura giuridica, sulla terzietà e imparzialità), è bene ricordargli che questo eventuale potenziale “conflitto”, era già presente prima della riforma, ma prima mai sollevato”.

C’è chi sostiene che Fiaip ha voluto questa riforma non per offrire un’opportunità in più per la categoria ma per un mero interesse economico ovvero per favorire la “sua” società di mediazione creditizia, Auxilia Finance Spa, di proprietà 100% Fiaip, è vero?

“No, questa riforma favorisce l’intero settore dell’intermediazione, sia immobiliare che del credito, a beneficio del mercato e dei cittadini, ma se anche favorisse esclusivamente le società di mediazione del credito, le favorirebbe tutte, e non solo Auxilia Finance, ovvero anche le società di mediazione del credito di proprietà delle grandi reti immobiliari (Tecnocasa-Kiron, Gabetti-Monety, Remax-24max ecc…) e tutte quelle (circa una quindicina) rappresentate da Fimaa le quali dovrebbero, a questo punto, essere molto contente di questa legge. Invece, come evidenziato prima, proprio quest’ultime sono convintamente contrariate dalla riforma, come hanno dimostrato circa sei mesi fa, quando hanno fortemente pressato Fimaa Nazionale affinché prevalesse la linea per introdurre l’incompatibilità (nonostante in molti territori la pensassero all’opposto), proprio perché non volevano consentire agli agenti immobiliari di erogare un servizio in più, quello appunto in ambito creditizio, non comprendendo che ciò sarebbe stato possibile, così come sarà possibile, solo attraverso una collaborazione sinergica economicamente incentivante con gli stessi consulenti del credito. Pertanto, si possono sostenere diverse teorie o avere visioni, opinioni o posizioni politiche differenti ma è assolutamente oggettivo, e pertanto incontestabile e inopinabile, che con questa riforma, di cui Fiaip rivendica orgogliosamente la paternità, sarà consentito a tutte le Agenzie Immobiliari Italiane che lo vorranno (di cui circa l’80% sono, appunto, di piccole-medie dimensioni e pertanto poco strutturate) di erogare un servizio in più, e quindi aumentare le proprie entrate”.

È vero che l’iter parlamentare di questa riforma non ha consentito il coinvolgimento delle associazioni di categoria maggiormente rappresentative a livello Nazionale ma è stato il risultato di un “blitz” dell’ultimo momento del Parlamento?

“Assolutamente no, questa affermazione non corrispondente al vero. E’ bene evidenziare che i lavori parlamentari del Ddl Concorrenza 2021 sono iniziati a gennaio, e Fiaip, l’Associazione in assoluto più rappresentativa degli agenti immobiliari (non anche dei merceologici) a livello Nazionale, sin dagli inizi ha proposto e sostenuto l’emendamento (poi recepito), che è stato da subito avallato, tramite apposita sottoscrizione, da 24 parlamentari di tutte le principali forze politiche (PD, Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Italia Viva) e condiviso dal Governo nella persona del Viceministro del Ministero dello Sviluppo Economico Pichetto Fratin, che, a seguito di un accurato e attento lavoro dell’ufficio legislativo e dei tecnici sia del MISE che del MEF, ha riformulato l’emendamento ritenendo le istanze di Fiaip assolutamente orientate all’interesse generale e pertanto meritevoli di essere accolte”.

Si può affermare che la nuova disposizione normativa lede il principio comunitario di separatezza tra le attività del comparto dei servizi finanziari e quelle del comparto immobiliare (al riguardo la Bolkestein avrebbe escluso dalle liberalizzazioni la mediazione del credito), favorendo, oltre alla possibile commistione tra l’esercizio delle rispettive attività, anche pericolose ed inopportune concentrazioni e conflitti di interesse, a discapito della trasparenza del mercato dell’intermediazione?

“Assolutamente no. Non viene leso nessun principio comunitario, anche perché, come detto sopra, era già presente la possibilità di erogare entrambi i servizi (in ambito finanziario e immobiliare) ma consentito solo ai grossi gruppi imprenditoriali, favorendo sì, prima della riforma, inopportune concentrazioni orientate alla massimizzazione dei profitti attraverso una standardizzazione dei processi operativi. Inoltre, è bene chiarire che la Direttiva Bolkestein non ha escluso dalle liberalizzazioni la mediazione del credito; è stato il nostro Legislatore che, proprio su spinta dei grandi gruppi imprenditoriali, nel recepire la Bolkestein nel nostro Paese, con il D.lgs 59/2010 all’art. 4, dodici anni fa inserì nell’elenco dei servizi “da escludere” quelli relativi alla mediazione creditizia. Al contrario, la riforma è stata ritenuta necessaria proprio per evitare l’aggravamento della procedura d’infrazione 2175/2018 ancora aperta nei confronti del nostro Paese da parte della Commissione Europea, proprio a causa del mancato rispetto delle raccomandazioni europee circa un necessario allentamento del regime delle incompatibilità dell’agente immobiliare ritenuto eccessivamente rigido, tale da non consentire l’attuazione di modelli commerciali innovativi e flessibili a beneficio del mercato e a tutela della collettività. Questa legge va esattamente nella direzione indicata dall’Europa consentendo di intensificare e rafforzare commercialmente la collaborazione sinergica tra l’agente immobiliare e il consulente del credito nel rispetto dei rispettivi requisiti e percorsi professionali a beneficio, e non a discapito, della massima trasparenza del mercato dell’intermediazione a salvaguardia degli interessi dei cittadini”.

Ma questa riforma non crea discredito, svilendolo, il ruolo dell’agente immobiliare in quanto quest’ultimo potrà fare solo il dipendente o collaboratore di una società di mediazione creditizia?

“Assolutamente no. Con questa riforma la categoria degli agenti immobiliari non viene svilita o peggio ancora screditata, ma, al contrario, gli viene offerta la possibilità, ovviamente non vincolante, di dare concreta attuazione alla scelta di erogare un servizio in più, ovvero quello in ambito creditizio, prima precluso. Infatti, oltre alla possibilità, già in essere prima della riforma, di costituire, sempre nel rispetto delle disposizioni di legge, una società di mediazione del credito (che, però, molto difficilmente un agente immobiliare deciderà di fare per burocrazie, rischi, oneri ecc.., come dimostrano gli ultimi tre anni in cui era già consentito ma, praticamente nessuno, lo ha fatto), dal 27 agosto, invece, gli agenti immobiliari potranno, in maniera assolutamente e realisticamente percorribile, instaurare una sinergia collaborativa, economicamente incentivante, con un consulente del credito, aumentando l’offerta dei servizi all’interno della propria struttura a favore della clientela con la conseguente concreta possibilità di implementare il proprio fatturato”.

La possibilità di erogare un servizio ulteriore, ovvero quello in ambito creditizio, non era già possibile costituendo un’agenzia-società multiservizi senza bisogno di riformare la legge prevedendo normativamente la compatibilità tra le due attività?

“Sì, era già possibile costituire un’agenzia-società multiservizi in grado di erogare tanti differenti servizi senza necessità di modificare la legge, ma Fiaip e, in teoria, le altre associazioni di categoria, non rappresentano sindacalmente le agenzie/società di multiservizi ma le agenzie immobiliari. Fiaip rappresenta, difende e vuole portare benefici alle Agenzie Immobiliari e, l’obiettivo è quello che al centro della filiera ci siano le Agenzie Immobiliari e non le società di servizi, ecco perché la necessità di alcune compatibilità che, tra l’altro, contribuiscono a fare chiarezza nel mercato e contrastare le note forme di abusivismo e illegalità da tutti noi avversate”.

(ITALPRESS).

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