Anief “Servono risorse per colmare il gap dei salari dei docenti”

ROMA (ITALPRESS) – L’Istituto nazionale di statistica conferma che gli stipendi del personale della scuola risultano i più bassi della Pubblica amministrazione. “Non era così fino al 2015 – commenta Marcello Pacifico presidente nazionale Anief – perché ancora dieci anni fa chi lavorava a scuola prendeva in media mille euro in più di chi lavorava nei ministeri. Invece, oggi prende mediamente 8mila euro in meno. Cosa è cambiato? Perché soltanto al tempo del Covid ci si è ricordati della capacità e professionalità del personale scolastico? La verità è che servono risorse aggiuntive, nelle prossime Leggi di Bilancio, dedicate alle nostre scuole”.

Secondo il sindacalista autonomo “è giunto il momento di dare un’inversione di tendenza per recuperare il gap: bisogna assolutamente colmare, entro il 2030, una differenza stipendiale non più sostenibile attraverso i contratti collettivi di lavoro. Ricordo che il divario dei compensi riguarda non solo altri settori pubblici nazionali, ma anche gli stipendi dell’area Ocse, rispetti ai quali, in meno di un lustro hanno perso il 7,5% per mancato adeguamento all’inflazione. Se si considerano gli ultimi cinque anni, i dipendenti di Istruzione e Ricerca hanno perso non meno di 40mila euro. La politica deve assolutamente provvedere a stanziare risorse specifiche per questi due settori, che contano 1,4 milioni di lavoratori, attraverso Legge di Bilancio di fine 2025”.

Il sindacato Anief sta chiedendo da tempo di allineare il comparto agli altri ministeri, anche per le indennità di trasferta. “Perché i collaboratori scolastici – continua il suo presidente nazionale – non possono continuare a prendere uno stipendio poco superiore al reddito di inclusione. Non è logico che un assistente di segreteria venga pagato meno di un dipendente comunale e che abbia anche meno diritti: dallo smart working ai buoni pasto, dalla settimana corta all’indennità di videoterminalista. Per non parlare dei docenti, laureati, specializzati e abilitati, che percepiscono compensi assai più bassi di un operario specializzato. Lo abbiamo detto e ribadito anche la settimana scorso all’Aran durante il settimo incontro con i sindacati per il rinnovo del Ccnl 2022-24: agiamo in continuità con quanto avvenuto nell’ultimo contratto, che ha prodotto 500 milioni in più per il personale della scuola. Chi ha un titolo di studio superiore, subisce un alto tasso di stress da lavoro correlato e ha alte responsabilità, anche penali: non può essere pagato – conclude Pacifico – meno degli altri lavoratori della Pa e dei colleghi Ocse”.

– foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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