ADDIO MARCHIONNE, RIVOLUZIONÒ MARANELLO

A Sebastian Vettel ora il compito di condurre in porto il sogno di Sergio Marchionne. Il 66enne dirigente di Chieti se ne va senza riuscire a vedere la Ferrari lassu’, dove stava cercando di riportarla. Un’opera avviata nell’autunno del 2014, quando a sorpresa, il 10 settembre venne annunciato che Luca Cordero di Montezemolo avrebbe lasciato “su sua richiesta la presidenza della Ferrari con effetto il 13 ottobre prossimo a conclusione del festeggiamento dei 60 anni di Ferrari in America”. In quella data in sella al Cavallino sali’ Sergio Marchionne che gia’ rivestiva il ruolo di amministratore delegato della Fiat. Una decisione legata non tanto ai risultati di produzione e vendita delle celebri berlinette di Maranello, quanto ai mancati successi in Formula 1, con l’ultimo titolo risalente alla vittoria iridata di Kimi Raikkonen, pur avendo chiamato in rosso un due volte campione del mondo come Fernando Alonso. In quel 10 settembre, Marchionne, ricordando come nel 2003 sia lui che Montezemolo fossero entrati nel CdA della Fiat, dichiaro’ anche come il loro “comune desiderio” fosse “di vedere la Ferrari esprimere tutto il suo vero potenziale in pista” ma anche come i mancati successi portarono “ad alcune incomprensioni”. Il cambio di rotta, con un forte colpo di timone nella gestione sportiva, il 24 novembre, quando al posto di Marco Mattiacci voluto da Montezemolo al posto di Stefano Domenicali, che gia’ aveva pagato per i troppi errori e insuccessi, viene chiamato a sorpresa Maurizio Arrivabene, nominato direttore generale della Gestione sportiva e team principal della scuderia.  Un uomo cresciuto in Philip Morris, occupandosi in Italia e all’estero del marketing e delle attivita’ promozionali della multinazionale del tabacco che da anni sponsorizzava la Ferrari. Marchionne spiego la nomina di Arrivabene, ricordando come in quel “momento storico della scuderia e della F1” ci fosse bisogno di una persona che conoscesse a fondo “non solo la Ferrari ma anche i meccanismi di governance e i bisogni di questo sport. Maurizio ha un patrimonio di conoscenze unico perche’ da anni e’ stato veramente vicino alla scuderia e, come membro della F1 Commission, ha ben chiare le sfide che ci attendono. E’ stato una fonte costante di idee innovative volte al rinnovamento della Formula Uno. Estremamente importante e’ l’esperienza manageriale che ha maturato fino ad oggi in un mercato complesso e fortemente normato, un’esperienza che lo aiutera’ a gestire e motivare la squadra. Sono felice di aver acquisito la sua leadership per le nostre attivita’ sportive”, dichiaro’ il presidente del Cavallino rampante.

La nomina di Maurizio Arrivabene arrivo’ quattro giorni dopo l’annuncio ufficiale del divorzio con Fernando Alonso e dell’arrivo di Sebastian Vettel al suo posto come pilota di punta. Fu l’ultimo atto ufficiale di Mattiacci prima di essere a sua volta sostituito. Si formo’ cosi’ la coppia di piloti che dal 2015 sta provando a spezzare l’egemonia Mercedes, con il quattro volte campione del mondo tedesco al fianco di Kimi Raikkonen, al suo secondo corso in Ferrari. Marchionne in questi anni aveva riconfermato piu’ volte la fiducia sia nella conduzione di Arrivabene che nella coppia di driver, nonostante non sia arrivato quel successo sperato e che potrebbe giungere al termine di questa stagione. Gia’ sabato, alla luce del peggioramento delle sue condizioni di salute, era arrivata la nomina di John Elkann a presidente della Ferrari e la nomina in pectore di Louis C. Camilleri come ad, nelle stesse ore in cui Vettel conquistava la pole in Germania che Arrivabene e la Rossa avrebbero dedicato proprio a Marchionne. Il giorno dopo non e’ stato possibile dedicargli anche la vittoria della gara ma se titolo sara’ a fine stagione, sara’ comunque un successo di Marchionne, non fosse altro per la sua pervicace azione a difesa del buon nome della Ferrari, arrivando anche a minacciare piu’ volte la sua uscita dalla Formula 1 se fossero state cambiate le regole.
(ITALPRESS).

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