A PALERMO È IL GIORNO DEL DOLORE

E’ il giorno del dolore a Palermo. In Cattedrale si celebrano i funerali delle nove vittime del nubifragio di Casteldaccia. Un lungo applauso ha accolto l’arrivo delle bare in un clima di grande commozione. Centinaia le persone presenti per le esequie celebrate da padre Giuseppe Oliveri, vicario generale dell’arcidiocesi di Palermo. Oltre al sindaco, Leoluca Orlando, ai funerali delle vittime di Casteldaccia, seduto in fondo alla Cattedrale, c’e’ anche il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci. Orlando ha abbracciato e rappresentato le condoglianze a Giuseppe Giordano, sopravvissuto alla tragedia di Casteldaccia, provocata dal violento nubifragio nella notte tra sabato e domenica.
I parenti delle vittime hanno chiesto agli operatori televisivi di staccare le telecamere e di allontanarsi dai feretri dei propri familiari, poggiati davanti all’altare della Cattedrale. “Andate via, non e’ un cinema”, hanno detto. Una parente delle vittime ha avvertito un malore, e’ stata assistita e fatta sedere su una sedia davanti alle bare. Tra queste, due bare bianche: quella di Federico Giordano, 15 anni, e della sorellina di un anno, Rachele, sul cui feretro sono poggiati dei peluche.

“Siamo ancora tutti sgomenti e increduli di fronte a quanto e’ accaduto tre giorni fa; ma piu’ di tutti lo sono, ovviamente, i familiari e gli amici di queste vittime innocenti, a cui ci stringiamo oggi con tanto affetto quanti siamo qui presenti e l’intera Chiesa palermitana – a cominciare dal nostro Arcivescovo – anche se tutto questo, come ci rendiamo perfettamente conto, rappresenta ben poca cosa rispetto a cio’ che essi stanno vivendo. La morte e’ sempre dolorosa, ma lo e’ soprattutto quando essa viene improvvisa e inattesa a toglierci dal fianco le persone che amiamo, quelle su cui contavamo ancora e che erano parte della nostra stessa vita”. E’ un passaggio dell’omelia di padre Giuseppe Oliveri, vicario generale della arcidiocesi di Palermo, per la messa funebre in Cattedrale per le nove vittime del nubifragio di Casteldaccia. “Un affettuoso pensiero, ugualmente carico di umana e cristiana solidarieta’, permettetemi di rivolgerlo anche nei confronti del dottor Giuseppe Liotta del quale continuano le ricerche e dei suoi familiari che vivono ore di ansia per il loro congiunto. Nonche’ delle altre vittime dei violenti nubifragi dei giorni scorsi. Tutti vogliamo qui raccomandare al Signore”, aggiunge.
“Certo, e’ lecito e forse anche doveroso, che anche ci si interroghi a tutti i livelli per cercare di dare una spiegazione a quello che appare inspiegabile e, comunque, inaccettabile. Ma – continua Padre Oliveri – speriamo vivamente che lo si faccia non per alimentare inutili polemiche o favorire il ben noto e insopportabile rimpallo di responsabilita’, quanto per rendere giustizia, nella verita’, a chi non c’e’ piu’ e porre i necessari provvedimenti affinche’ si eviti il ripetersi di tali eventi”.
“Tuttavia – osserva – non e’ questo il momento e neppure il luogo per tali considerazioni. Noi non siamo qui per compiere un gesto di umana convenienza, ma per manifestare a questa famiglia, colpita cosi’ duramente, tutta la nostra solidarieta’, tutta la nostra partecipazione che qui si esprimiamo con la presenza e la preghiera”.
“Care Sorelle, Cari Fratelli, mi trovo lontano da Palermo, ma sento l’urgenza di far giungere a voi la mia voce in un momento di dolore cosi’ forte e lacerante. Di fronte alla morte innocente e allo strazio di chi resta non possiamo che levare lo sguardo verso il nostro Signore. Egli non offri’ mai spiegazioni alle tragedie umane, ma si fece carico, con una commozione intensa, dei nostri smarrimenti e dei nostri lutti”. E’ il messaggio dell’Arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice.

 

 

 

 

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