ROMA (ITALPRESS) – I polizotti della DIGOS di Genova, il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Genova e il Nucleo Speciale della Polizia Valutaria della Guardia di Finanza hanno dato esecuzione ad una ordinanza di applicazione di misure cautelari (personali e reali, queste ultime per un ammontare di oltre otto milioni di euro) nei confronti rispettivamente di nove indagati destinatari tutti della custodia in carcere e tre associazioni, emessa dal Giudice per le Indagini preliminari presso il Tribunale di Genova, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo di Genova.
I provvedimenti cautelari sono stati emessi nell’ambito una indagine, che si è avvalsa del significativo supporto e delle competenze delle Forze di Polizia, avviata e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo di Genova a seguito di impulso della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo originato dall’analisi di segnalazioni di operazioni finanziarie sospette. Gli indagati sono accusati di fare parte e di avere finanziato Hamas. Il finanziamento delle attività terroristiche risulta avvenuto per mezzo di varie associazioni.
In particolare, vengono loro addebitate operazioni di finanziamento, che si ritiene abbiano rilevantemente contribuito alle attività delittuose dell’organizzazione terroristica, per un ammontare complessivo di circa sette milioni di euro effettuate anche mediante operazioni di triangolazione attraverso bonifici bancari o con altre modalità per il tramite di associazioni con sede all’Estero in favore di associazioni con sede a Gaza, nei Territori Palestinesi o in Israele, dichiarate illegali dallo Stato di Israele, perché appartenenti, controllate o comunque collegate ad Hamas o direttamente a favore di esponenti di Hamas.
Tale supporto ha riguardato anche il sostentamento dei familiari di persone coinvolte in attentati terroristici ai danni di civili o dei parenti di detenuti per reati con finalità di terrorismo, sostentamento che ha rafforzato l’intento di un numero indeterminato di componenti di HAMAS di aderire alla strategia terroristica e al programma criminoso dell’organizzazione, anche compiendo attentati terroristici suicidi.
Tra gli indagati un membro del comparto estero dell’organizzazione terroristica, componente del board of directors della European Palestinians Conference, gravemente indiziato, di essere un componente di vertice della organizzazione terroristica HAMAS, di avere destinato, nella raccolta di fondi indicata come avente fini umanitari per la popolazione palestinese, una parte rilevante (più del 71%) di tali fondi al finanziamento diretto di HAMAS o di associazioni ad essa collegate o da essa controllate e di altre articolazioni dell’organizzazione terroristica e di avere quindi concorso a versare, direttamente o indirettamente, all’organizzazione terroristica, a partire dall’18 ottobre 2001 e, fino alla data odierna, ma soprattutto a seguito degli eventi del 7 ottobre 2023, ingenti somme di denaro, pari a Ç 7.288.248,15, sottraendo tali fondi alle finalità dichiarate e alle reali necessità della popolazione civile di Gaza.
L’indagine è iniziata successivamente all’attacco terroristico attribuito ad HAMAS compiuto il 7 ottobre 2023, grazie ad impulso della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, originato dall’analisi di una serie di segnalazioni per operazioni finanziarie sospette individuate in data antecedente al 7 ottobre 2023, riguardanti alcuni degli indagati e la citata Abspp.
L’indagine ha permesso di accertare che HAMAS si è dotata di un comparto estero e di articolazioni periferiche che operano con lo specifico scopo di promuovere l’immagine dell’organizzazione e, soprattutto, di contribuire al suo finanziamento, che è condizione essenziale perché essa possa esistere, svilupparsi e cercare di raggiungere i propri scopi. A.B.S.P.P. può ritenersi una di tali articolazioni operante in Italia e partecipe, con altre simili associazioni, di un network europeo che opera coordinandosi con la struttura decisionale dell’organizzazione “madre”.
Secondo la tesi accusatoria, in base agli indizi raccolti in anni di indagine, gli indagati si sono resi consapevolmente responsabili di aver sottratto capitali alle finalità assistenzialistiche della da’wa (trattasi delle attività svolte dall’organizzazione nei settori della religione, dell’istruzione, del benessere e della salute allo scopo di creare saldi legami con la popolazione palestinese) in favore di un finanziamento diretto dell’organizzazione terroristica e delle sue attività criminose.
Alla Jihad e ai relativi ruoli e compiti degli indagati fanno apertamente riferimento anche alcune conversazioni intercettate. Analoghe considerazioni possono trarsi dall’esame di un documento, interno ad HAMAS, che illustra nel dettaglio le attività da’wa svolte dall’organizzazione che hanno la finalità di conquistare il cuore e convertire le persone, ottenere sostegno e reclutare nuovi attivisti del movimento.
Le attività descritte sono molteplici e vanno da quelle educative a quelle strettamente legate al settore militare: infatti fanno parte del settore da’wa le attività di formazione di giovani per i futuri ruoli di leadership dentro HAMAS, quelle svolte nel settore studentesco nel Campo militare degli studenti (Command Training Institute), l’educazione sullo status di martiri e prigionieri, il simposio sulla Jihad e i santi guerrieri dell’organizzazione. Tali attività sono svolte grazie al contributo delle associazioni di beneficenza di HAMAS. Tali comunicazioni dimostrano l’esistenza di una estesa rete organizzata a livello internazionale di soggetti/istituzioni impegnati nella raccolta fondi, apparentemente da destinare a scopi benefici e a sostegno della popolazione e della causa palestinesi. A.B.S.P.P. e A.B.S.P.P. O.D.V. e i rispettivi dipendenti/collaboratori costituiscono l’articolazione italiana di tale network.
PIANTEDOSI “OPERAZIONE IMPORTANTE E SIGNIFICATIVA”
“È un’operazione molto importante e significativa quella portata a termine stamattina dalla Polizia di Stato e dalla Guardia di Finanza con l’arresto di nove persone, tra cui il più noto Mohammad Hannoun. Pur con la doverosa presunzione di innocenza che va sempre riconosciuta in questa fase, è stato squarciato il velo su comportamenti e attività che, dietro il paravento di iniziative a favore delle popolazioni palestinesi, celavano il sostegno e la partecipazione a organizzazioni con vere e proprie finalità terroristiche di matrice islamista. Un pericolo rispetto al quale c’è la massima attenzione da parte del nostro Governo. Grazie alla professionalità dei poliziotti della Direzione centrale della polizia di prevenzione, la nostra “antiterrorismo”, e dei nuclei specialistici della Guardia di Finanza si sono potuti ricostruire contatti e flussi finanziari su scala internazionale: l’ennesima dimostrazione delle competenze e capacità investigative delle nostre forze di polizia che si confermano tra le migliori al mondo. Sono grato al Capo della polizia, al Procuratore nazionale anti terrorismo e ai magistrati della Direzione Distrettuale di Genova per come hanno coordinato tali professionalità, contribuendo allo sviluppo di una indagine di straordinaria importanza. Questo risultato ci incoraggia nell’opera di ulteriore rafforzamento delle nostre Forze dell’ordine che stiamo portando avanti da tre anni e che continueremo finché ci verrà affidata la responsabilità di Governo”. Lo dice in una nota il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi.
-Foto ufficio stampa Guardia di Finanza-
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