“La nostra crescita è dovuta certamente alla bravura delle imprese che hanno intercettato una domanda mondiale. Ma anche a riforme come il Jobs act e Industria 4.0 che stanno avendo oggi effetti positivi. Peccato che ci siano segnali di rallentamento della crescita mondiale. E che nel frattempo la Francia si stia avviando a recuperare il terreno perduto con riforme simili alle nostre, sulle pensioni e sul lavoro. Non è che il mondo aspetta noi. Tanto più se si rischiamo di trovarci all’indomani delle elezioni con un risultato analogo”. Lo dice il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, in un’intervista al Corriere della Sera.
“Il voto è democrazia. Diciamo solo che sarebbe meglio andarci con una legge elettorale diversa”, sottolinea Boccia, che spiega: “Nessuno ha vinto il 4 marzo. Ci sono stati partiti e coalizioni che hanno preso più voti della tornata precedente. Ma per avere la maggioranza dovevano trovare un’intesa con altri. Non hanno seguito il metodo tedesco di mettersi attorno a un tavolo e stilare le cose da fare e quelle da accantonare. Ma voi credete che fare un accordo come il Patto sulla fabbrica tra Confindustria, Cgil, Cisl e Uil, sia stata una cosa semplice? No, ci vuole pazienza e soprattutto volontà di trovare un’intesa, partendo da una comune direzione e punti di convergenza. Le imprese con quel Patto hanno acconsentito di far arrivare tutti i tagli al cuneo fiscale nelle tasche dei lavoratori rinunciando a nostri possibili vantaggi. Questo significa fare accordi, avere senso di responsabilità. Mentre ora si tornerà in campagna elettorale senza nessuno che vorrà dire la verità”. E aggiunge: “Sterilizzare l’aumento dell’Iva costa 12,4 miliardi, il reddito di cittadinanza almeno 15 secondo i 5 stelle, l’abolizione della Fornero e magari la flat tax altri 15-20 miliardi, per un totale tra i 40 e i 50. La verità dei numeri. E dove si crede di trovare queste risorse? Ma è evidente, alzando il deficit e quindi il debito. Debito che pagheremo come Paese. Ci sarebbe bisogno invece di un’iniezione di realtà e verità”. Ma “dire la verità fa perdere voti. Molto meglio redistribuire il presente che preoccuparsi e avere una visione di medio periodo. Molto meglio prendersela con l’Europa usandola come gigantesco alibi”, dice ancora Boccia.