PALERMO (ITALPRESS) – Totò Cuffaro, ex presidente della Regione Siciliana e ex leader della Dc, si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al gip di Palermo, rendendo soltanto dichiarazioni spontanee nell’ambito dell’inchiesta in cui è indagato insieme ad altre 17 persone per associazione per delinquere, turbativa d’asta e corruzione. La Procura ha richiesto per tutti gli indagati la misura degli arresti domiciliari.
Al termine, Cuffaro ha lasciato il Palazzo di Giustizia senza rilasciare dichiarazioni, insieme ai suoi legali, gli avvocati Marcello Montalbano e Giovanni Di Benedetto. All’esterno del Tribunale, Di Benedetto ha confermato di avere eccepito l’inutilizzabilità della relazione di servizio del Ros depositata dalla Procura, definendo la contestazione “una questione formale”. Il documento include anche le dichiarazioni rese da Cuffaro ai Carabinieri all’indomani della notifica della richiesta di arresto.
“Nessuna dichiarazione sul contenuto degli atti processuali, vi invieremo una nota. Siamo abituati a fare i processi nelle sue sedi naturali, non per strada davanti a 50 microfoni”. Così gli avvocati Marcello Montalbano e Giovanni Di Benedetto, che difendono Totò Cuffaro, all’uscita dal tribunale.
LA NOTA DEI LEGALI “ECCEPITA INSUSSISTENZA INDIZI COLPEVOLEZZA”
Gli avvocati Marcello Montalbano e Giovanni Di Benedetto, “rappresentano che il Dottore Cuffaro si è oggi, su loro indicazione, avvalso della facoltà di non rispondere, pur avendo reso delle dichiarazioni spontanee”. E’ quanto si legge in una nota della difesa dell’ex Presidente della Regione siciliana ed ex leader della Dc. “Ciò in quanto – prosegue la nota – si ritiene indispensabile, prima di sottoporsi a qualsivoglia interrogatorio, un approfondimento sul compendio probatorio con il quale misurarsi, con particolare riferimento al contenuto delle intercettazioni. Tale convincimento nasce anche dal fatto che l’unica trascrizione di intercettazione ambientale finora ascoltata, anche con l’ausilio di un consulente tecnico espressamente nominato, è risultata errata su un punto di centrale rilevanza per la configurabilità del reato contestato al capo 5) in concorso con Vetro, Pace e Tomasino (nel senso che non si ravvisa la parola ‘soldi’ e la frase in questione, diversamente da quanto emerge nella trascrizione, non è stata proferita dal Dott. Cuffaro)”. “Nel corso dell’udienza camerale la difesa ha eccepito l’insussistenza dei gravi indizi di colpevolezza per tutte le incolpazioni provvisorie contestate, nonché l’inutilizzabilità della relazione di servizio contenente asserite dichiarazioni spontanee rese dal Dott. Cuffaro e da questo disconosciute”, conclude la nota.
CUFFARO “FIDUCIOSO NELLA GIUSTIZIA” – IL VIDEO
– Screenshot da video xd6/Italpress –
(ITALPRESS).












