MILANO (ITALPRESS) – “Viviamo in un tempo in cui il cambiamento non è più un’eccezione, ma la regola. Il lavoro in transizione è un tema cruciale, che tocca la vita di ciascuno di noi. Quando parliamo di transizioni, parliamo di trasformazioni profonde che attraversano l’economia, la società e la vita quotidiana delle persone. Non possiamo subirle: dobbiamo governarle, orientarle, umanizzarle”. Così la segretaria generale della Cisl, Daniela Fumarola, intervenendo al Forum Alumni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, dedicato al tema “Il lavoro in transizione”.
Fumarola ha richiamato l’urgenza di affrontare insieme tre grandi sfide: la transizione digitale, che cambia il modo di produrre e comunicare; la transizione ecologica, che impone una riconversione sostenibile delle produzioni; e la transizione demografica, che mette alla prova welfare, servizi e futuro del lavoro in un Paese che invecchia. “Queste tre transizioni non si sommano: si intrecciano e si condizionano a vicenda. Ed è proprio nella loro intersezione che si gioca il futuro del lavoro”.
“Per questo, come Cisl, diciamo da tempo che non possiamo subirle: dobbiamo governarle, orientarle, umanizzarle. Perché dietro ogni algoritmo, dietro ogni piano verde, dietro ogni politica economica, ci sono sempre le persone. E le persone non possono essere una variabile dipendente del cambiamento economico: devono esserne il punto di partenza e il fine ultimo”.
La parola chiave, ha aggiunto la leader Cisl, è competenze: “Il nuovo articolo 18 si chiama formazione che deve diventare un diritto permanente di cittadinanza lavorativa, perché solo investendo nel sapere possiamo rendere il cambiamento davvero inclusivo”. Fumarola ha rilanciato la proposta di uno Statuto della persona nel mercato del lavoro, “per garantire il diritto alla formazione continua, alla riqualificazione, alla sicurezza economica e alla partecipazione nei processi decisionali. Il lavoro non è solo reddito: è identità, riconoscimento e partecipazione alla vita collettiva”.
Tra le transizioni che stiamo vivendo, ha sottolineato, “c’è quella demografica, che forse ci preoccupa più di ogni altra. Il Paese invecchia e purtroppo non si fanno figli. Dobbiamo agire concretamente, mettendo le donne, gli uomini e le famiglie nella condizione di scegliere liberamente, con la sicurezza di un lavoro stabile, sicuro, ben contrattualizzato e con reali prospettive di crescita. Un lavoro che permetta alle donne di restare nei processi produttivi e non di uscirne dopo la nascita del primo figlio. Questo significa – ha concluso Fumarola – che bisogna agire attraverso la contrattazione, dentro e fuori i luoghi di lavoro. La partecipazione si realizza con la contrattazione: quella aziendale, quella territoriale e quella sociale. Quest’ultima deve servire a costruire servizi alle persone e alla genitorialità, favorendo la condivisione dei carichi familiari e sostenendo l’assistenza alle persone fragili. Solo così potremo rendere le transizioni davvero inclusive e umane”.
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