Crisi idrica in Italia, Legambiente: serve una strategia nazionale
ROMA (ITALPRESS) - L’Italia continua a fare i conti con una crisi idrica sempre più grave. Siccità, alluvioni e acque inquinate: sono questi i tre allarmi che mettono sotto pressione il Paese, uno degli hotspot climatici più vulnerabili del Mediterraneo. A lanciare l’allarme è Legambiente, che nel corso del Forum nazionale “La resilienza idrica in Italia” ha presentato un quadro preoccupante. Dal 2017 a oggi sono 142 gli eventi di siccità registrati nel nostro Paese, con danni enormi all’agricoltura, all’industria e alla distribuzione dell’acqua potabile. Tre quarti di questi episodi si sono verificati solo negli ultimi quattro anni, segno di una crisi in rapido peggioramento. E se in alcune aree l’acqua scarseggia, in altre è troppa: dal 2013 al 2022 si contano 179 stati di emergenza per alluvioni e frane, con oltre 15 miliardi di euro di danni, a cui si aggiungono quelli più recenti in Emilia-Romagna, Toscana e Marche. Sul fronte della qualità, la situazione non è migliore: un terzo dei corsi d’acqua italiani rischia di non raggiungere entro il 2027 uno stato chimico accettabile, a causa dell’inquinamento agricolo e urbano e della scarsa depurazione. Di fronte a questo scenario, Legambiente chiede al Governo Meloni una strategia nazionale per la gestione integrata dell’acqua, con 10 proposte che vanno dal miglioramento dell’efficienza idrica al riuso delle acque reflue, dal potenziamento dei depuratori alla riduzione dei consumi e degli sprechi. Senza una pianificazione efficace, avverte l’associazione, l’Italia continuerà a pagare caro gli effetti dei cambiamenti climatici. Solo la siccità del 2025 costerà quasi 7 miliardi di euro, mentre le perdite legate all’acqua potrebbero superare i 17 miliardi entro il 2029.
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