Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana, doppio appuntamento per la chiusura della stagione estiva

PALERMO (ITALPRESS) – La stagione estiva 2025 della Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana si conclude con un doppio appuntamento di grande respiro sinfonico, affidato a una delle bacchette più carismatiche del panorama internazionale: John Axelrod, già direttore principale dell’Orchestra Sinfonica di Milano e ospite regolare delle principali compagini europee e statunitensi. Due i concerti in programma con un un omaggio alla musica americana del Novecento: venerdì 3 ottobre a Palermo (ore 21, Politeama Garibaldi) e sabato 4 ottobre a Caltanissetta (ore 19, Teatro Margherita), in occasione dell’intitolazione del foyer al maestro Giuseppe Pastorello. Apre la serata Appalachian Spring di Aaron Copland, uno dei brani più celebri del repertorio sinfonico americano, originariamente scritto per la compagnia di danza di Martha Graham e vincitore del Premio Pulitzer nel 1945. In questa suite, Copland racconta la primavera dei pionieri americani attraverso una scrittura trasparente e luminosa, culminante nelle celebri variazioni sul tema Shaker Simple Gifts, simbolo della semplicità e dell’ideale comunitario.

Segue la suite sinfonica Porgy and Bess: Symphonic Picture di George Gershwin, arrangiata nel 1942 da Robert Russell Bennett. Con una selezione di 11 brani tratti dall’opera – tra cui Summertime, I Got Plenty O’ Nuttin’ e Bess, You Is My Woman Now – Gershwin fonde in una vera e propria opera spunti jazz, spiritual, musical creando un affresco musicale tanto popolare quanto sofisticato, testimonianza del sogno americano declinato attraverso la voce e le lotte della comunità afroamericana. Chiude il programma la monumentale Seconda Sinfonia di Charles Ives, compositore visionario e outsider del primo Novecento statunitense. Composta tra il 1897 e il 1902 e rieseguita solo nel 1951 grazie a Leonard Bernstein, questa Sinfonia è un caleidoscopio di riferimenti – da Bach a Beethoven alle melodie popolari americane – rielaborati in una forma libera e personale. Un “patchwork” sonoro che traccia, tra ironia e nostalgia, il volto più multiforme dell’identità americana.

– foto ufficio stampa FOSS –

(ITALPRESS).

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