Estate 2025, l’Europa sotto assedio dal caldo
ROMA (ITALPRESS) - L’estate 2025 sarà ricordata per una delle ondate di calore più intense e letali degli ultimi anni. Tra fine giugno e inizio luglio, l’Europa ha vissuto temperature record che hanno costretto i governi a misure straordinarie: scuole chiuse in Francia, allerta rossa a Parigi, divieti di lavoro all’aperto in Italia. Un’analisi del Grantham Institute dell’Imperial College di Londra rivela un dato allarmante: in soli dieci giorni, in dodici grandi città europee, ci sono stati 2.305 decessi in eccesso, e oltre 1.500 di questi sono stati direttamente attribuiti ai cambiamenti climatici. La causa principale è stata una “cupola di calore”, un sistema di alta pressione che ha intrappolato l’aria calda e secca sull’Europa occidentale, richiamando correnti ancora più torride dal Nord Africa. Le città si sono rivelate i luoghi più vulnerabili, a causa dell’effetto “isola di calore urbano”: a Milano, ad esempio, in soli dieci giorni si sono registrati quasi 500 morti, di cui oltre 300 collegati al riscaldamento globale. Madrid ha visto il 90% dei suoi decessi dovuti al caldo attribuibile al clima, mentre Lisbona ha risentito in misura minore grazie all’influenza atlantica. Gli anziani sono stati i più colpiti: oltre l’80% delle vittime aveva più di 65 anni. Tra gli over 85 si contano più di mille morti, due terzi direttamente legati al cambiamento climatico. Gli effetti non si sono limitati alla salute: la domanda di elettricità e servizi sanitari è esplosa, gli incendi hanno colpito ospedali e aeroporti in Sardegna, e fumo e fiamme hanno messo in ginocchio anche Creta e Smirne. Gli esperti lanciano un allarme chiaro: piccoli incrementi della temperatura globale possono generare effetti esponenziali sulla mortalità, soprattutto nelle prime ondate della stagione, quando la popolazione non è ancora acclimatata. Nonostante i piani d’emergenza e i sistemi di allerta ormai diffusi, lo studio conclude che serve un’azione urgente: non solo adattamento urbano e sanitario, ma anche una rapida riduzione delle emissioni globali, perché finché i combustibili fossili resteranno dominanti, il rischio per la salute supererà la capacità delle società di difendersi. Un monito che trasforma l’emergenza climatica in una vera e propria crisi di salute pubblica.
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