Gli 80 anni di Wim Wenders, il suo cinema d’autore come viaggio interiore

ROMA (ITALPRESS) – Uno dei maestri del cinema contemporaneo e figura chiave del Nuovo cinema tedesco compie 80 anni (il 14 agosto). Nato a Dusseldorf, Wim Wenders, nel 1966, si trasferisce a Parigi e qui lavora come incisore nello studio dell’artista americano Johnny Friedlander. Trascorre intere giornate alla Cinémathèque, vedendo tre o quattro film al giorno e fino a sette nei fine settimana, maturando una cultura cinefila che trasparirà con evidenza nei suoi film. In seguito torna in Germania, e dal 1967 al 1970 è studente dell’Accademia del cinema di Monaco. Il suo primo corto, Scenari, è del 1967 mentre l’anno successivo realizza Lo stesso giocatore spara di nuovo, Ciak film, diretto insieme a Gerhard Theuring, e Victor I. Sempre nel 1968 inizia a collaborare con la rivista Filmkritk e il quotidiano Süddeutsche Zeitung come critico cinematografico. Negli anni ’70 Wenders è tra i protagonisti del Nuovo cinema tedesco, un movimento che cerca di rompere con il cinema tradizionale.

Il tema del viaggio è al centro di quella che verrà poi definita “la trilogia della strada”. Il primo film che compone la trilogia è Alice nelle città del 1973, opera che Wenders gira in parte negli Stati Uniti e che racconta l’amicizia tra un giovane reporter e una bambina. L’opera riceve il premio della critica tedesca nel 1974 e, ancora oggi, viene considerato uno dei lavori più riusciti del regista. Gli altri film della trilogia sono Falso movimento e Nel corso del tempo e, come nel precedente, anche in questi due ad interpretare il protagonista è Rüdiger Vogler. Il successo mondiale arriva con Paris, Texas nel 1984, un film scritto con Sam Shepard, dove la desolazione del deserto americano diventa lo specchio di un uomo in cerca di sé e della propria famiglia. Qualche anno dopo, con Il cielo sopra Berlino, ci regala un racconto poetico in cui angeli invisibili osservano la città e ascoltano i pensieri degli uomini ù un film in cui realtà e metafora si fondono con delicatezza. Gira documentari memorabili, come Buena Vista Social Club, che fa scoprire al mondo i musicisti cubani ormai anziani ma ancora pieni di energia, o Pina, un tributo in 3D alla coreografa Pina Bausch che sembra una coreografia anche nella regia. Nel 2014 realizza Il sale della terra, dedicato al fotografo brasiliano Sebastiao Salgado; nel 2018 Papa Francesco – Un uomo di parola.

Negli ultimi anni, lontano dalle mode, Wenders continua a viaggiare e a raccontare storie che parlano di luoghi e persone reali. Il suo Perfect Days (2023), ambientato in Giappone, è un ritorno a un cinema intimo e contemplativo, in cui la bellezza sta nei gesti quotidiani.

– foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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