
“Le misure annunciate dal Governo relative alla decontribuzione dell’1% per i lavoratori fino a 35.000 euro di reddito e l’anticipo della rivalutazione del 2% per le pensioni nel trimestre ottobre-dicembre 2022, sono chiaramente insufficienti a dare sostegno ai redditi dei lavoratori e pensionati. Lo studio allegato dimostra che siamo di fronte a una cifra assolutamente esigua, poche decine di euro: un’elemosina. Questo conferma che tra il ‘Palazzo’ e la vita reale, purtroppo, c’è una distanza enorme: emerge l’incapacità di cogliere la realtà fatta di persone che soffrono. La Uil chiede al Governo di destinare maggiori risorse a questa operazione che, quando fu annunciata, giudicammo positiva, ma che così attuata diviene irrilevante”. Così il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, commentando i dati di uno studio del sindacato sugli effetti del Dl Aiuti bis.
In particolare, dai dati emerge che la decontribuzione avrebbe un effetto irrilevante sui redditi dei lavoratori, in particolare per quelli con lavori discontinui o retribuzioni più basse. Un lavoratore con un reddito annuo lordo pari a 8.000 euro per le mensilità percepite da luglio a dicembre avrebbe un beneficio complessivo di 36,92 euro lordi, circa 6 euro lordi in più al mese. Nella fascia di reddito medio dei lavoratori dipendenti del settore privato, pari a circa 20.111 euro annui, il beneficio per il secondo semestre 2022, sarebbe complessivamente di 92,82 euro lordi, 15,47 euro lordi mensili. Per le pensioni – secondo i dati Uil -, l’anticipo parziale della rivalutazione pari al 2% determinerebbe un incremento degli assegni previdenziali. Una pensione media di 952 euro mensili avrebbe un aumento pari a 19 euro lordi, 57 euro complessivi nel trimestre da ottobre a dicembre. Un aumento, quindi, di circa 10 euro lordi al mese ogni 500 euro di pensione percepita.
(ITALPRESS).