MILANO (ITALPRESS) – Il Cda di Pirelli ha approvato il nuovo piano industriale 2021-2022|25 che racchiude due fasi distinte. Nel periodo 2021-2022 è previsto un significativo rimbalzo del Pil globale e un generale apprezzamento dell’euro, in particolare verso il dollaro. Nel successivo triennio 2023-2025 Pirelli prevede invece una fase di stabilizzazione della crescita e mercato valutario. Lungo tutto l’arco del piano invece prevarranno due trend: una spiccata preferenza post Covid all’uso dell’auto privata e il crescente uso delle due ruote. Significativa sarà anche la diffusione dei veicoli elettrici: nel 2025 rappresenteranno il 35% della produzione auto Premium e Prestige (30% nel precedente piano) e l’11% del parco auto globale (9% nel precedente piano). Tutto questo in uno scenario dove la produzione globale salirà del 7% fino al 2022, e del 2% fino al 2025. Premium e prestige saranno i segmenti a maggior crescita, e conseguentemente la domanda di pneumatici High Value dai 18 pollici in su, crescerà in doppia cifra.
Partendo da queste premesse, il piano Pirelli resta incentrato sull’High Value, facendo leva su un brand sinonimo di reputazione, leadership e tecnologia avanzata. Focus confermato quindi su: pneumatici da 19 pollici, leadership in Cina nel segmento High Value; quota di mercato in crescita nel Primo Equipaggiamento dei veicoli elettrici; 83% della capacità produttiva nei Paesi a minori costi di produzione; leadership nei pneumatici Moto High Value e forte crescita nei pneumatici ‘Cycling’; consolidamento in settori emergenti, quali connettività, nuovi servizi e micromobilità. Prevista invece un’accelerazione su: pneumatici per vetture elettriche e calettamenti da 19’’; peso maggiore del ricambio; analisi del consumatore; business model ‘digitale’. Sul Car High Value obiettivo di Pirelli è portare la sua incidenza sul totale dei volumi in Primo Equipaggiamento al 70% nel 2025 (dal 60% circa nel 2019). L’incidenza dell’elettrico sui volumi in Primo equipaggiamento passerà da quasi zero nel 2019 a circa il 30% nel 2025. Il peso del Canale Ricambi sul Car High Value salirà dal 40% circa del 2019 al 60% circa nel 2025.
L’esecuzione del piano passerà da cinque programmi: Commerciale, Innovazione, Competitività, Operations, Digitale. A livello commerciale la crescita dei volumi passa da una crescita nei ricambi e nel primo allestimento, mentre le auto standard, Pirelli stabilizzerà i volumi intorno ai 25 milioni di pezzi al 2025 con una produzione concentrata in 3 fabbriche. L’impatto sui ricavi sarà compreso tra 800 milioni e un miliardo tra il 2021-2022 con contributo prevalente dei volumi e tra 600 milioni di euro e 900 milioni di euro nel 2023-2025. Sul fronte innovazione si accelerare gli obiettivi già individuati dal precedente piano, con il mondo dell’elettrico che sarà centrale, in particolare nel Primo Equipaggiamento. Sul fronte competitività prosegue il piano già avviato nel 2019, che si focalizza su: costo del prodotto, ottimizzazione della presenza industriale, razionalizzazione acquisti e ottimizzazione del network logistico; trasformazione digitale di processi e organizzazione. Tutto ciò consentirà risparmi netti per circa 170 milioni di euro nel 2021-2022, nel periodo 2023-2025 le efficienze nette saranno tra i 70-100 milioni di euro.
Sul fronte operations, fino al 2022 previsto il ritorno a una saturazione degli impianti pari al 90%, con una capacità degli impianti pari a 73 milioni di pezzi di cui 53 milioni High Value. Nel 2025 la capacità sarà pari a 75 milioni di pezzi di cui 56 milioni High Value. Nel 2025 la presenza produttiva di Pirelli conterà complessivamente 18 impianti produttivi, di cui 15 nel Car (12 High-Value e 3 Standard), 1 nel Cycling a Bollate, 1 nel Moto (jv in Indonesia) e 1 nei semilavorati (Burton, UK). La capacità High-Value sarà concentrata per il 77% in Paesi a minori costi di produzione (74% nel 2020). La digitallizzazione trasformerà i processi chiave dell’azienda, connettendoli in tempo reale tramite 5 piattaforme. Infine gli investimenti: 2021-2022 tra 710 e 730 milioni di euro, 2023-2025 tra 1,2 e 1,3 miliardi. A fine 2025 la Posizione Finanziaria Netta sarà compresa tra ~1,6 e ~1,4 miliardi di euro, pari a circa 1 volta l’Ebitda Adjusted. In base alle prospettive di generazione di cassa per il periodo 2020-2025, la politica dei dividendi approvata dal Consiglio di Amministrazione prevede un pay out di circa il 50% del risultato netto consolidato del 2021 e 2022, e un pay out del 40% dell’utile netto consolidato nel 2023 e 2024.
In tutto questo, con il piano Eco&Safety, Pirelli punta a massimizzare la performance ambientale fissando target 2025 pari a: materiali rinnovabili sopra il 40%; materiali riciclati oltre il 3%; materiali derivazione fossile meno del 40%. Entro 2030: materiali rinnovabili sopra il 60%; materiali riciclati sopra 7%; materiali derivazione fossile sotto il 30%. Con riferimento alle emissioni di CO2, il piano di decarbonizzazione del gruppo prosegue nel rispetto dei target approvati da Science Based Target Initiative nel 2020, in linea con l’Accordo di Parigi e per il mantenimento del riscaldamento globale “ben al di sotto” dei 2°C. Pirelli nel 2025 punta a ridurre del 25% le emissioni assolute di CO2 rispetto al 2015; utilizzare il 100% di energia elettrica rinnovabile. Complessivamente, l’approccio ambientale di Pirelli consentirà al gruppo di raggiungere nel 2030 la carbon neutrality sia per energia elettrica che termica.
Tronchetti Provera “Usciamo più forti dalla crisi”
“Stiamo uscendo dalla crisi molto più forti”, ha detto Marco Tronchetti Provera, vicepresidente e ceo di Pirelli, introducendo la presentazione del nuovo piano industriale. “Durante questa crisi abbiamo affrontato momenti difficili con senso di unione e partecipazione. Quando sono state colpite le nostre attività in Cina, siamo stati veloci ad affrontarle. Inoltre abbiamo imparato l’importanza dei dati in questo anno. Abbiamo inoltre imparato la centralità della sostenibilità nelle nostre strategie. Inoltre, la pandemia, ci ha insegnato come resilienza e reattività siano centrali”, ha aggiunto.
“Siamo usciti dal 2020 generando cassa. Vediamo più opportunità che rischi, qualora ci fosse del valore in qualsiasi aggregazione la guarderemmo, ma non ne vediamo al momento. Se c’è opportunità deve esserci un contenuto logico”, ha spiegato in merito a possibili fusioni con altri gruppi del settore.
Tronchetti Provera ha poi commentato l’odierno annuncio dell’accordo tra Sinochem e ChemChina, che è anche primo azionista della Bicocca. “Non ci sarà nessuna ripercussione sul nostro assetto. Per loro è una buona operazione, noi siamo autonomi. Siamo contenti che abbiano realizzato questa operazione su cui lavorano da anni”, ha aggiunto.
(ITALPRESS).












