Djokovic in finale gli Australian Open, battuto Karatsev

Novak Djokovic scrive la parola fine sulla favola di Arslan Karatsev, prenota la finale a Melbourne e aspetta di conoscere chi fra Daniil Medvedev e Stefanos Tsitsipas proverà a negargli il nono titolo agli Australian Open. Semifinale senza storia quella fra il serbo numero uno del mondo e il 27enne russo che, partito dalle qualificazioni, alla sua prima volta nel tabellone principale di uno Slam si è spinto fino a questo punto. “Dobbiamo fargli i complimenti, ha giocato un torneo davvero splendido”, l’applauso di Nole dopo che in campo ha strapazzato il rivale: 6-3 6-4 6-2 in meno di due ore il finale. A caccia del suo 18esimo Major, Djokovic ha dato l’impressione di aver raggiunto il top della forma. “Non mi sono mai sentito bene come quest’oggi, riuscivo a colpire senza dolore – conferma – E’ stato il mio miglior match in questa edizione ed è arrivato nel momento giusto”. Nessuna preferenza per il prossimo rivale, forse perchè avanti nei precedenti con entrambi. “Tsitsipas è stato bravissimo a resistere contro Nadal nel terzo set facendo poi girare la partita a suo favore. Medvedev negli ultimi 3-4 mesi è quello che ha giocato meglio, ha vinto le Atp Finals, l’Atp Cup, sarà un match interessante”. Il russo appare comunque favorito, al di là dei cinque successi in sei confronti con Tsitsipas: come ha ricordato Djokovic, è reduce da 19 vittorie di fila e quella ottenuta su Rublev è stata una vera prova di forza.

A contendersi il titolo femminile degli Australian Open saranno invece Naomi Osaka e Jennifer Brady. La 23enne giapponese si conferma un tabù per Serena Williams, battuta ancora una volta: 6-3 6-4 in un’ora e 15 minuti di gioco a favore della numero 3 del mondo, che giocherà così la quarta finale in uno Slam dopo i successi agli Us Open (2018 proprio contro Serena e 2020) e il trionfo a Melbourne di due anni fa. Partita senza storia, dominata dalla Osaka – imbattuta da 20 match – contro una Williams per la quale il record dei 24 Slam di Margaret Court si sta via via trasformando in una maledizione: basti pensare che in carriera non aveva mai perso nessuna delle sette semifinali disputate fin qui nell’Open australiano. “All’inizio ero nervosa e spaventata ma poi mi sono fatta strada – commenta la giovane nipponica – E’ sempre un onore affrontare Serena, volevo solo provare a fare del mio meglio”. In lacrime la 39enne statunitense: il convincente successo sulla Halep aveva fatto pensare che fosse la volta buona per tornare a conquistare un Major che manca nella sua personale bacheca dal successo ottenuto proprio a Melbourne nel 2017, il 23esimo della carriera. Da allora 4 finali perse e tante altre delusioni al rientro dalla maternità, tanto che ci si interroga su fino a quando Serena deciderà di andare avanti. “Non so, se dovessi decidere di smettere non lo direi comunque a nessuno”, la sua risposta in conferenza stampa alle domande sul futuro. Ma a Melbourne c’è un’altra favola in corso, quella di Jennifer Brady che a 25 anni conquista la sua prima finale in uno Slam. Nella sfida fra le due rivelazioni del torneo, ha la meglio la statunitense che piega Karolina Muchova per 6-4 3-6 6-4 in quasi due ore di gioco e si guadagna il diritto di affrontare la Osaka. Alla Rod Laver Arena la ceca dimostra che il successo su Ashleigh Barty non è stato casuale ma la Brady, semifinalista all’ultimo Us Open, nei momenti decisivi si è dimostrata più solida e determinata, chiudendo i conti al quinto match point.
(ITALPRESS).

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