Zaia “Il fine vita non può essere regolato da una sentenza della Consulta. Terzo mandato? Dibattito stucchevole”

MILANO (ITALPRESS) – Terzo mandato da presidente di Regione? “Io mi candido nella misura in cui ci fosse la possibilità, ma ad oggi non c’è la possibilità per cui è una partita chiusa. Trovo anche stucchevole stare qui a parlare di terzo mandato perché sembra quasi una difesa della poltrona e non ne ho bisogno”. Così il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica “Primo Piano” dell’agenzia Italpress. “I cittadini devono sapere che questo Paese ha un’anomalia – ha aggiunto – ci sono solo due cariche in Italia che hanno il blocco dei mandati: sindaco e presidente di Regione. Guarda caso sono le uniche due cariche che il cittadino elegge direttamente. Dire che tu blocchi i mandati di sindaco e presidente di Regione perché si creano centri di potere è come dare degli idioti ai cittadini. I cittadini vedono i centri di potere o cambiano idea politicamente e mandano a casa presidenti di Regione e sindaci dopo il primo mandato. Dobbiamo decidere se lasciare tutto in mano alla politica o trasferire la decisione in mano ai cittadini”. Durante l’intervista il governatore veneto ha presentato anche il suo nuovo libro “Fa’ presto, vai piano, la vita è un viaggio passo a passo”: un racconto della sua giovinezza e di come, abituato alla realtà di provincia dove era cresciuto a contatto con la natura, si sia poi trovato di fronte a una realtà “ben più complessa” durante il percorso di crescita. Sul fine vita, Zaia ha sottolineato nuovamente la necessità di una legge perché un tema del genere “non può essere regolato da una sentenza costituzionale, che non definisce tempi e modi”. “Io dico, in un paese civile se vuoi il fine vita devi chiedere una legge, se non lo vuoi, allo stesso modo, devi chiedere una legge. Allora usciamo dall’ipocrisia e vediamo come va a finire”. Parlando di Unione Europea, Zaia si è poi soffermato sul tema delle proteste degli agricoltori, rimarcando che “bisogna che si faccia distinzione tra i paesi” membri dell’Ue “che non hanno agricoltura e quelli che invece ce l’hanno, come l’Italia. Dobbiamo chiedere all’Europa che faccia una difesa identitaria degli stati membri”. “Io penso che sia legittima la messa in discussione dell’Europa” da parte degli agricoltori – ha aggiunto – . Ben vengano le proteste nell’ambito della legalità però è fondamentale che non diventi una guerra tra poveri, agricoltori contro agricoltori. Non avrebbe nessun senso e l’Europa vincerebbe un’altra volta. L’Europa è sempre più appiattita sulle multinazionali, questo lo dobbiamo riconoscere”. Secondo il presidente del Veneto, “l’Europa ancora oggi è in mano ai burocrati, deve ritornare in mano alla politica. Se, ad esempio, il ‘Green Deal’ fosse scritto da uno stato membro non sarebbe così. Noi abbiamo bisogno che l’Europa abbia una dimensione politica. Ad esempio, sul tema dell’immigrazione. Dov’è l’Ue? Lascia sola l’Italia, considera Lampedusa come un confine italiano e non europeo. Con una dimensione politica vinciamo la sfida, altrimenti continueremo con queste battaglie”. Parlando di concessioni balneari, Zaia ha sottolineato come “sessant’anni fa, in Veneto, gli imprenditori hanno bonificato le paludi, eliminato la malaria e creato fenomeni come Jesolo. Come possiamo pensare di trattarli come l’abusivo da qualche altra parte? Questi imprenditori devono essere ripagati non solo per l’avviamento della spiaggia ma anche per quello che hanno dato al Paese”. “Ancora una volta – ha proseguito – l’Europa, che non ha dimensione politica e lascia in mano tutto ai tecnici, ha fatto scrivere un’interpretazione di una messa in ordine, che è corretta, ma male perché non tiene presente che gli occupanti delle aree demaniali non sono tutti uguali”.
-foto Italpress-
(ITALPRESS)

Vuoi pubblicare i contenuti di Italpress.com sul tuo sito web o vuoi promuovere la tua attività sul nostro sito e su quelli delle testate nostre partner? Contattaci all'indirizzo [email protected]