Valentino Rossi dice basta “A fine stagione smetto”

Foto LiveMedia/Lorenzo Di Cola Misano Adriatico, Italia, 15 settembre 2019, MOTOGP thursday and sunday press conference of the MotoGP of San Marino and Riviera di Rimini Nella foto: Valentino Rossi, Italian MotoGP Rider number 46 for Yamaha Monster Team LiveMedia - World Copyright

SPIELBERG (AUSTRIA) (ITALPRESS) – “Sono un po’ imbarazzato, ci voleva almeno un tavolo”. Valentino Rossi apre così, con la sua solita spensieratezza, la conferenza stampa che segna la fine di un’era. Dopo 26 stagioni da protagonista, il ‘Dottore’ non sarà in pista a partire dal Mondiale di MotoGP del 2022. Col sorriso, con la serenità di chi sa di aver dato tutto ma con l’inevitabile amarezza di chi non può competere contro il tempo tiranno. “È un momento triste, è difficile dire che non correrò con una motocicletta. L’ho fatto per 30 anni. Ora la mia vita cambierà da un certo punto di vista. A ogni modo è stato grandioso, mi sono divertito tantissimo”. E come dargli torto. Il ‘Dottore’ rivive il film con i momenti più belli della sua leggendaria carriera, con gli occhi lucidi e con gli applausi tributati dai presenti in sala stampa. Vale dice di non capacitarsi dell’affetto provato dai fan in ogni angolo del mondo, ma i suoi record parlano da soli: fin qui ha disputato 423 Gran Premi, costellati da 115 vittorie, 89 in top class, e con 235 podi, un primato assoluto (e con 73 in più rispetto al secondo, Giacomo Agostini).
“Di rimpianti non ne ho, sono un po’ triste per non aver vinto il decimo campionato, specialmente perché pensavo di meritarlo per il livello e per la velocità che avevo: ho perso per due volte all’ultima gara ma penso di non poter lamentarmi”, ammette Valentino. Sono 9 i titoli iridati in bacheca (al pari di Hailwood e Ubbiali, meglio di lui solamente Agostini e Nieto), l’unico ad aver vinto in cinque classi differenti. Rossi sorride quando gli chiedono se si sente il Michael Jordan delle moto, ma si concede il ruolo di mobilitatore di masse, almeno in Italia. “Credo di aver avvicinato tanta gente alle corse motociclistiche, così come fu per Tomba nello sci – spiega – Questo è il risultato più importante insieme a quello che ho ottenuto in pista. Penso di essere riuscito a intrattenere tante persone durante la domenica, in un paio di ore in cui non pensavano ad altro”. In Austria iniziò la sua epopea con il primo podio, da qui cercherà di chiudere nel migliore dei modi il suo favoloso capitolo da pilota di MotoGP. “Prima o poi doveva arrivare, sarà più difficile nell’ultima gara – continua Vale, che spiega il motivo della sua scelta – Purtroppo i risultati sono stati inferiori alle aspettative. Gara dopo gara ho iniziato a riflettere”.
“L’anno scorso volevo provarle tutte, ora va bene così: sono in pace con me stesso, non sono felice ma sarei stato triste anche l’anno prossimo perché avrei voluto correre per altri 20”. L’ultimo podio di Rossi è datato GP di Andalusia 2020 ma il 46 ha deciso di non riprovarci con il suo team. “Sarebbe stato affascinante ma ho deciso di no per vari motivi: sarebbe stato un bel progetto con 2 o 3 anni di tempo, non se hai una sola stagione”, la saggezza del centauro classe 1979. Nella sua personale classifica, c’è spazio per tre highlights tra la miriade di emozioni vissute: “Scelgo il 2001, l’ultimo anno della 500. Il 2004, il primo campionato con Yamaha. E il 2008, quando già mi davano per vecchio e finito”. Da quel momento sono passati altri 13 anni di quello che Valentino ha definito un ‘viaggio grandioso’ ma che è solo la conclusione di un capitolo e non il ritiro dalle scene. Non solo il team VR46, c’è un altro obiettivo ambizioso: “Mi piace correre con le auto, forse appena meno delle moto. Probabilmente correrò con le macchine, ho sempre cercato di migliorare la mia tecnica con l’obiettivo di farmi trovare pronto”.
Il suo ruolino di marcia vanta già partecipazioni nel campionato del mondo di rally, vittorie al Monza Rally Show e tra 2004 e 2008 si parlò addirittura di un clamoroso passaggio alla Formula 1, al volante della Ferrari, con tanto di apprezzamenti da parte di Schumacher. “Non so ancora con che auto e in categoria, non c’è nulla di definitivo. Cosa mi mancherà dal 2022? La vita da atleta, allenarsi per vincere. Mi mancherà guidare una MotoGP ma anche lavorare con il mio team, a cominciare dal giovedì per cercare di sistemare i piccoli dettagli per cercare di essere più forti”. Avrà ancora 9 gare a disposizione, tutte da vivere per una passerella da chiudere con la solita voglia del ragazzino partito da Tavullia alla conquista del mondo.
(ITALPRESS).

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