DA NOBEL MEDICINA NUOVE SPERANZE CONTRO IL CANCRO

Il Nobel per la medicina 2018 a James Allison e Tasuku Honjo per la terapia anticancro. Alla base delle scoperte di Allison anche un lavoro di Tak Wah Mak, laureato ad Honorem a “Tor Vergata”. Due proteine capaci di “armare” il sistema immunitario contro le cellule tumorali: queste scoperte sono valse all’americano James P. Allison e al giapponese Tasuku Honjo il Premio Nobel per la Medicina e la Fisiologia 2018. L’annuncio dell’Accademia di Svezia, è stato accompagnato dalla seguente motivazione: “hanno capito che si può stimolare il sistema immunitario per attaccare le cellule tumorali, un meccanismo di terapia assolutamente nuovo nella lotta ad un tipo di malattia che uccide ogni anno milioni di persone e che costituisce una delle più gravi minacce alla salute dell’umanità”. Mille, solo in Italia, i casi di tumore scoperti ogni giorno, come riporta Airtum (Associazione italiana registri tumori). Estremamente soddisfatto Thomas Perlmann, il segretario generale dell’Assemblea per il Nobel, che fa parte del team che seleziona gli studi in campo medico. È stato lui ad annunciare quali ricerche, tra le centinaia prese in esame, si sono aggiudicate il premio più prestigioso e ambito: “Allison e Honjo – ha spiegato Perlmann – hanno fatto studi che aprono la strada a nuovi principi che aiutano a combattere il cancro. Si tratta di scoperte straordinarie. Ma tengo a precisare che non abbiamo premiato l’immunologia, come settore della medicina, ma la migliore ricerca in questo settore”. Grande apprezzamento anche nelle parole di Gerry Melino, Direttore del Dipartimento di Medicina Sperimentale e Chirurgia di “Tor Vergata”: “Le scoperte di Allison e Honjo hanno posto le basi per le terapie anticancro che cercano di sfruttare l’aggressività del sistema immunitario contro le cellule malate. I loro studi riguardano in particolare due proteine: ciascuno dei due ne ha scoperta una. Scoperte innovative, che rivoluzionano l’immunoterapia del cancro mediante l’uso di anticorpi bloccanti dei recettori dei linfociti: un approccio che ha rivoluzionato le risposte cliniche e quindi la sopravvivenza in numerosi tumori, in particolar modo sul melanoma e il tumore al polmone, raddoppiando l’efficacia delle terapie”. “Un lavoro cruciale – spiega ancora Melino – per le scoperte oggi premiate è stato quello di Tak Wah Mak, cui il nostro Ateneo ha conferito una Laurea Honoris Causa in Medicina e Chirurgia nel 2013, spesso presente a “Tor Vergata”. Nel 1984 Mak firma uno studio su Nature sulla clonazione del recettore dei linfociti T; sempre Mak, nel 1995, su Science, scopre che modulando un altro recettore, il ctla4, è possibile regolare l’immunosoppressione. L’anno dopo, Allison, su questi lavori, scopre che regolando l’immunosoppressione si ottengono notevoli risposte alle terapie antitumorali. In seguito, la ricerca è stata ulteriormente migliorata dalle scoperte di un altro recettore da parte di Honjo. Risultati incredibili, che rivoluzionano l’approccio contro il cancro: la ricerca futura andrà in direzione di una medicina personalizzata, affinché i pazienti possano al meglio usufruire di terapie efficaci e mirate”. “Questo Nobel apre la strada ad una customizzazione della cura – è stato il commento di Giuseppe Novelli, Rettore dell’Università “Tor Vergata ai microfoni di Repubblica TV pochi minuti dopo l’annuncio da Stoccolma – ovvero la cura giusta per il tumore e per la persona giusta: un risultato cui hanno portato l’avanzamento straordinario della immunologia molecolare, insieme alla genetica molecolare. ‘I geni hanno in sé la capacità di cambiare’, come ha detto Honjo”. “Il cancro – ha spiegato ancora Novelli – è una malattia del genoma: lo studio della genomica e la diversità immunitaria devono essere combinati per il successo della terapia, come ha dimostrato di recente Allison in un suo lavoro. È questa la strada da seguire, valorizzando la ricerca e aprendo la strada a sinergie virtuose, nell’ottica dell’open science, e investendo nei giovani ricercatori e nel grande valore delle accademie”.

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