TOSCANA, RISOLUZIONE PER RIDURRE DIVARIO RETRIBUTIVO DI GENERE

Attivarsi nei confronti del Governo e del Parlamento per chiedere il rafforzamento di tutte quelle politiche volte a favorire l’uguaglianza di genere, a partire dalle politiche sull’assistenza all’infanzia, sul potenziamento degli asili nido e abbattimento rette, sull’estensione del congedo parentale e tutte quelle misure e incentivi utili a favorire la parità salariale; a produrre, inoltre ogni azione utile al fine di ridurre il divario retributivo di genere in Toscana; infine: a convocare un tavolo con i rappresentanti delle forze sociali ed economiche, con il coinvolgimento della Commissione regionale pari opportunità, con l’obiettivo di delineare un’agenda di azioni condivise. È quanto sollecita alla Giunta Titta Meucci, consigliera regionale Pd, con una risoluzione con oggetto proprio “in merito alle azioni tese a ridurre il divario retributivo di genere (Gender Pay Gap)”.

“Il divario contributivo di genere – spiega Meucci – è un dato oggettivo che Eurostat quantifica per l’Italia al 43,7% (media europea 39,3%). La stima di tale ‘divario complessivo’ tiene conto dei tre principali svantaggi affrontati dalle donne: retribuzione oraria inferiore; minore ore di lavoro retribuito (a causa di interruzioni di lavoro per prendersi cura di figli o familiari); soprattutto, minore tasso di occupazione. Per queste ragioni, ho riflettuto sul fatto che una regione come la Toscana, da sempre in prima linea nelle battaglie a favore dei diritti delle donne, dovesse fare qualcosa per sensibilizzare e spingere chi ha le competenze ad agire per eliminare l’assurda disparità retributiva. Inoltre il superamento del divario retributivo di genere (Gender Pay Gap) tra uomini e donne è uno degli obiettivi dichiarati dell’Unione europea e, secondo l’ultimo rapporto stilato dall’Eige (Istituto europeo per l’uguaglianza di genere), “l’aumento della presenza delle donne nella forza lavoro e l’eliminazione del divario retributivo tra donne e uomini avranno un impatto positivo sulla crescita economica dell’Unione europea”. Dunque – conclude Meucci – con questo atto speriamo di aver dato il contributo toscano perché l’assioma uguale lavoro, retribuzione uguale, diventi veramente reale per le donne italiane.
(ITALPRESS).

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