Spadafora “Giocare da irresponsabili”, calcio verso stop

Il calcio italiano riparte tra le polemiche ed è già pronto a fermarsi nuovamente. E stavolta non sarebbe per un periodo breve. La domenica della Serie A a porte chiuse e del big match Juventus-Inter è stata caratterizzata da un durissimo scontro istituzionale: Governo e Associazione Italiana Calciatori da una parte, Lega di Serie A dall’altra, con la Federcalcio a cercare una difficile mediazione. La giornata è cominciata con l’appello del presidente del sindacato calciatori Damiano Tommasi per lo stop al campionato, “l’atto più utile al Paese in questo momento”. Una posizione subito sposata dal ministro per le politiche giovanili e per lo sport Vincenzo Spadafora, che a pochi minuti dal fischio d’inizio di Parma-Spal, prevista per le 12.30, ha chiesto alla Federcalcio di fermare subito il campionato. Al Tardini le due squadre, pronte a entrare in campo, sono state rimandate negli spogliatoi e lì sono rimaste per tre quarti d’ora, prima della decisione finale della Lega di A: si gioca.
Mentre le partite del pomeriggio si svolgevano a porte chiuse e in un clima surreale, lo scontro istituzionale è andato avanti salendo sempre più di livello. Il ministro Spadafora ha lanciato un appello senza peraltro nascondere l’irritazione per quanto accaduto nei giorni scorsi sul tema della trasmissione delle gare in chiaro: “Non ha senso in questo momento, mentre chiediamo enormi sacrifici ai cittadini per impedire la diffusione del contagio, mettere a rischio la salute dei giocatori, degli arbitri, dei tecnici e dei tifosi”, ha osservato Spadafora, rimarcando come, “ancor prima che la situazione diventasse così drammatica per il Paese, la Lega di Serie A e Sky si erano già rifiutate di concedere a migliaia di italiani, costretti loro malgrado a restare a casa, di poter vedere in chiaro le partite, nascondendosi dietro presunte difficoltà normative che con l’autentica disponibilità di tutti si sarebbero potute ampiamente superare. E invece sono prevalsi gli interessi economici di realtà che pretendono di godere da sempre di un trattamento privilegiato e che vivono ormai fuori dalla realtà”.
Lega di A e Sky hanno presto replicato a Spadafora. “Le dichiarazioni del Signor Ministro dello Sport non corrispondono alla verità dei fatti – ha sostenuta la piattaforma televisiva in un comunicato – Infatti Sky da molti giorni aveva dato la piena disponibilità sia alla visione di Juventus-Inter sui propri canali in chiaro (TV8 e Cielo) che alle partite di cui detiene i diritti a pagamento. Le norme e leggi attuali non sono superabili e la Lega di A lo ha più volte chiarito”. Sui diritti televisivi “Lega, Sky e Dazn si sono attenute alle disposizioni in essere – ha osservato anche la Lega di A in un successivo comunicato – Le reiterate e contrastanti dichiarazioni governative contribuiscono soltanto ad accrescere lo stato di confusione generale”. L’organo presieduto da Paolo Dal Pino ha anche attaccato l’Associazione calciatori per la richiesta di sospendere il campionato, arrivata a pochi minuti dall’inizio di Parma-Spal “contravvenendo alle previsioni contenute nel decreto” del Governo, “una richiesta che ha messo a serio rischio la tenuta del sistema”.
Ma lo scontro non si è esaurito così, perché nel pomeriggio Spadafora ha prima precisato la sua richiesta sulla trasmissione delle partite in chiaro spiegando che, per superare i vincoli normativi, “c’era la possibilità di diffondere le immagini in differita, liberamente, a tutti gli operatori televisivi interessati senza preclusioni”. E poi è tornato nuovamente all’attacco della Lega di A, definendo “irresponsabile” la scelta di giocare le partite odierne, fatta da “un mondo che si sente immune dal virus e dal contagio”. “Mi sembra che il presidente Dal Pino non sia in alcun modo consapevole della gravità della situazione”, ha tuonato Spadafora, promettendo poi una futura modifica alla legge Melandri per la disciplina dei diritti televisivi “perché ho visto che il mondo del calcio sta continuando a dare solo un pessimo esempio”. Dichiarazioni che Dal Pino ha commentato definendole “sbagliate nel merito e nella sostanza”: “Il ministro ignora le norme e rifiuta la responsabilità del suo ruolo – ha osservato il presidente della Lega di A – Invece di fare demagogia, sia coerente con le proprie azioni di governo e se necessario emani un decreto”.
Uno scontro durissimo, dunque, nel quale si è nuovamente inserito Tommasi – peraltro insultato pesantemente sui social network da tifosi contrari allo stop del campionato – ribadendo la richiesta di sospendere il campionato: la proposta verrà discussa martedì nel Consiglio federale convocato dal presidente della Figc Gabriele Gravina. “Confido in lui – ha ammesso Spadafora – e dunque il Governo aspetterà le decisioni che verranno prese martedì”. Con i contagi in continua ascesa e un Paese in grande emergenza, sembra davvero difficile che il campionato possa andare avanti regolarmente, seppur a porte chiuse. Sul tema, il presidente della Lega Pro Francesco Ghirelli in mattinata aveva chiesto di giocare:”Bisogna che il calcio viva per intero questo momento molto particolare, che si metta in sintonia con il Paese, fermo restando l’osservanza delle norme per la salvaguardia della salute che resta prioritaria. Noi come Lega Pro – ha detto all’Italpress – abbiamo anche aperto alla tv in chiaro queste gare perche’ il calcio ha anche la missione sociale di assicurare e dare tranquillita’, deve essere una trincea avanzata di valori, un momento per liberarsi dalle paure e dalle preoccupazione”..
Gli arbitri, da parte loro “si atterranno ai decreti governativi e noi l’abbiamo fatto fin da subito. Noi ci atteniamo alle disposizioni che ci da’ il Governo e alle disposizioni della Figc, sempre nel rispetto ed a salvaguardia della salute” ha detto all’Italpress il presidente dell’Aia Marcello Nicchi.
(ITALPRESS).

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