Si chiudono i Mondiali di artistica, è ancora super Biles

ANVERSA (BELGIO) (ITALPRESS) – Gran finale ad Anversa per i Mondiali di ginnastica artistica che si concludono con l’assegnazione degli ultimi titoli di specialità. Il programma dell’Antwerp Sportpalais comincia sulla rincorsa dei 25 metri maschili dove arriva la prima medaglia britannica con Jake Jarman, artefice di una media monster di 15.050 (15.400 – 14.700). E pensare che il ventunenne del Regno Unito si era qualificato con l’ottavo punteggio. Argento per lo statunitense Khoi Young che con 14.849 (15.033 – 14.666) tiene a distanza l’ucraino Nazar Chepurnyi, terzo con 14.766 (14.833 – 14.700). Sbaglia il primo salto e finisce al sesto posto il campione uscente, nonchè bronzo olimpico, Artur Davtyan (14.549).
Alla trave torna a splendere il diamante più puro di Anversa, Simone Biles, che si aggiudica il 22esimo oro mondiale della sua straordinaria carriera, vincendo di misura la sfida tiratissimi con Zhou Yaqin. Le due in qualifica erano separate da 66 millesimi, che nella final eight odierna sono diventati 100, 14.800 contro 14.700. Il bronzo, invece, va a Rebeca Andrade che con 14.300 costringe alla medaglia di legno l’olimpionica di Rio de Janeiro, l’olandese Sanne Wevers. Matteo Levantesi è l’unico italiano in gara nella sua parallela pari. Il ventiseienne della Virtus Pasqualetti, accompagnato in gara dallo stesso dtn Giuseppe Cocciaro, si gioca il tutto per tutto, aumentando di due decimi la nota di partenza con un Bauman in apertura, ma qualche piccola imprecisione e soprattutto il passo all’arrivo hanno dato il fianco alle giurie per lasciarlo, con 13.866, nella stessa posizione della qualifica, al settimo posto. In testa festeggia il tedesco Lukas Dauser, leader degli staggi maschili con il personale di 15.400. Illia Kovtun manca ancora l’appuntamento con la storia, finendo sesto con 14.633, ne approfitta il cinese Shi Cong che con 15.066 strappa l’argento anche al giapponese Kaito Sugimoto, che resta terzo con 15.166.
Il corpo libero chiude la kermesse delle donne e non poteva che essere Simone Biles a far venir giù il palazzetto, sold out probabilmente per lei. La texana con 14.633 bissa il trionfo del 2013, quando si impose a sedici anni davanti a Vanessa Ferrari, quasi in un simbolico passaggio di consegne. La stella di Columbus fa cifra tonda festeggiando la trentesima medaglia mondiale, la 23esima dorata. Abdica dunque Jessica Gadirova, ritiratasi per un infortunio, e il Brasile mette a segno una splendida doppietta, con Rebeca Andrade argento a 14.500 e Flavia Saraiva terza con 13.966. All’atto finale della sbarra, come la Biles tra le donne, è l’altro protagonista del mondiale a chiudere il sipario tra gli applausi. Daiki Hashimoto, dominante anche in qualifica, saluta con un incredibile 15.233 e un 6.70 di difficoltà: al campione olimpico di specialità mancava soltanto l’oro iridato.
I conti della 52esima edizione dei Mondiali sono presto fatti. Nella maschile il Giappone si aggiudica il medagliere con cinque piazzamenti di cui tre d’oro, uno d’argento e uno di bronzo. Al secondo posto la Cina, che però si deve accontentare di un solo titolo, quello di Liu Yang agli anelli, anche se nel totale raccolglie cinque medaglie come i nipponici, grazie ad altre due d’argento e due di bronzo. Quattro invece i podi statunitensi, ai quali però manca l’acuto sul gradino più alto. L’inno americano ha suonato e tanto tra le donne dove la squadra stelle e strisce si aggiudica l’oro per la settima volta di seguito e Simone Biles aggiunge al suo palmares altri quattro titoli, tre individuali, tra i quali il sesto all-around. Insomma nel medagliere femminile domina il Team Usa con sette acuti, quattro d’oro, un argento e due bronzi. Di appena una lunghezza sotto, sul totale, a quota sei, un’incredibile Brasile, che torna a casa con sei piazzamenti, tra i quali spicca il successo al volteggio di Rebeca Andrade.
Nell’aggregato maschi e femmine gli States dominano il medagliere a quota 11 (4-3-4), la Cina malgrado il totale di 7 (2-3-2) viene dopo il Giappone, secondo con i soli 5 podi e i tre ori degli uomini.
La FGI non conquista medaglie, come a Liverpool, ma vanta un primato unico nel panorama della ginnastica planetaria. L’Italia infatti è l’unica Federazione ad aver centrato 17 carte olimpiche sulle 17 in palio, tra artistica, maschile e femminili, e ritmica, individuale e a squadre. Dei 23 paesi finora ammessi, nessuno avrà a Parigi più ginnaste e ginnasti degli azzurri.
Il prossimo anno con le Olimpiadi, non ci saranno Mondiali, quindi i ginnasti continentali si danno appuntamento a Rimini, in Italia, per gli Europei del 2024, quelli del resto del Mondo nel circuito di World Cup o, direttamente, a Parigi.
– foto LivePhotoSport –
(ITALPRESS).

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