All’Eurovision standing ovation per la band ucraina. Omaggio a Raffaella Carrà

TORINO (ITALPRESS) – Dopo Napoli 1965 e Roma 1991, l’Eurovision Song Contest tornato in Italia, a Torino, grazie alla vittoria dei Maneskin, si apre sulle note del “Nessun Dorma”, aria della Turandot di Puccini che, via via, lascia posto a Sherol Dos Santos, romana di origine capoverdiana ed ex concorrente di X Factor, che circondata da luci, fiamme e ballerini dà vita all’opening che celebra acqua, terra, aria e fuoco. Non è, però, ancora l’apertura ufficiale dell’evento per il quale è stato scelto il concept “The sound of beauty”. A pronunciare insieme « Let’s the Eurovision Song Contest begins» sono Laura Pausini in abito e trucco fucsia e Alessandro Cattelan e Mika, in total black, che sono i tre conduttori delle tre serate dell’Eurovision Song Contest 2022.
A dare il via alle esibizioni dei cantanti dei 17 Paesi della prima serata è Ronela Hajati, rapper albanese diventata in questi giorni un simbolo a causa degli hater che l’hanno presa di mira per la possenza del suo fisico: il testo della sua “Sekret”, un reggaeton di cui ha scritto anche il testo, è un esplicito inno alla sessualità tanto quanto l’esibizione. E’ la band dei Citi Zeni, alla seconda partecipazione all’Eurovision Song Contest, a rappresentare la Lettonia: allegri e colorati con la loro “Eat Your Salad” inneggiano alla sostenibilità al suono di “Being green is cool (It‘s cool)”. Vincitrice di The Voice e Il cantante mascherato, Monika Liu, fasciata d’argento rappresenta la Lituania con l’elegante “Sentimentai” e l’amore che bussa al cuore: “At night, it‘s knocking in my heart”. È una ballad, “Boys Do Cry” dello svizzero Marius Bear. Cantano loro stessi i giovanissimi sloveni LPS, acronimo di Last pizza slices, in “Disko”, pezzo dalle sonorità Anni 90. Accolti da una standing ovation gli ucraini della Kalush Orchestra con “Stefania”, un rap-folk che, inizialmente dedicato alla mamma del leader Oleh Psiuk, diventa un simbolo per tutte le madri ucraine: “Troverò sempre la strada di casa anche se tutte le strade sono distrutte”. Passa poi il rock metal degli Intelligent Music Project, in rappresentanza della Bulgaria con “Intention”.
Strappa applausi (anche in sala stampa) l’olandese S10 con “De Diepte” e lo stesso accade con “Trenuletul”, della band (dal nome impronunciabile) Zdob si Zdub & Advahov Brothers, che unisce “Folklore and Rock ‘n’ roll”. È dolce e struggente la “Saudade, Saudade” della portoghese MARO, intensa la croata Mia Dimšic con “Guilty Pleasure”, un inno all’empowerment femminile “The Show” della band femminile REDDI, la disco austriaca di LUM!X feat. Pia Maria con “Halo”, la delicatezza islandese delle Systur con “Með Hækkandi So´”, dell’ellenica Amanda Georgiadi Tenfjord con “Die Together” e dell’armena Rosa Linn con “Snapp” e la surreale “Give That Wolf A Banana” dei norvegesi Subwoolfer. A gara conclusa, mentre corre il voto, sul palco la musica dance di Benny Benassi, Sophie and the Giant e Dardust, l’omaggio a Raffaella Carrà con un accenno di “Fiesta”, l’intensa “Fai rumore” di Diodato, il passaggio della vincitrice dello Junior Eurovision Song Contest, Malena, e le clip di Francia con Alvan e Ahez e Italia, con Mahmood e Blanco. Il verdetto vede in finale Svizzera, Armenia, Islanda, Lituania, Portogallo, Norvegia, Grecia, Ucraina, Moldavia, Paesi Bassi.
-foto ufficio stampa Laura Pausini-
(ITALPRESS).

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