SERIE A “NUOVA” FRA VIRUS, POLITICA, E CINQUE CAMBI

Il calcio naviga a vista, ma il via libera “condizionato” dal 18 maggio (campionato a meta’ giugno ?) agli allenamenti collettivi ha acceso una speranza. Ma occorrera’ aspettare (probabilmente lunedi’) per il via libera. Sull’onda della politica, il nostro calcio procede in varie direzioni: chi riparte, chi si ferma, chi non sa cosa fare. I 233 milioni dei diritti tv che ballano sono il motore di tutto. I broadcaster e i “licenziatari” si accorderanno in presenza della fatture emesse dai club ? Le societa’ faranno gli sconti richiesti dalle tv che li trasferiranno agli utenti ? O comincera’ una guerra legale che non si sa dove portera’ ? Per la serie A i soldi delle tv sono ossigeno e quindi c’e’ la giusta causa per riprendere e incassare. Nelle prossime ore si capira’ di piu’: le riunioni fra politica e calcio si susseguono. Ma chi ha riacceso (o sta riaccendendo) i motori deve fare i conti sempre con il Coronavirus: abbiamo letto dei (parecchi) giocatori o membri degli staff trovati positivi. Qualcuno si e’ ripreso, altri no. Il calcio rischia di diventare un lazzaretto, come quello della vita di tutti i giorni. C’e’ sempre qualche contagiato in piu’ e qualche guarigione. E se la pandemia si estendesse ? Il nuovo protocollo sulle misure della ripresa verra’ accolto da tute le parti ? Ancora c’e’ chi si chiede cosa fare in un momento cosi’ brutto e complicato. Ognuno tira l’acqua al proprio mulino. In tutta Europa, atteggiamenti variegati: la Dinamo Dresda ha avuto un intoppo come l’inglese Brighton, chissa’ che succedera’ altrove. Da noi, la scoperta del secolo e’ che le mafie influiscono su certe frange di tifosi e vogliono metterci becco: se si gioca, se non si gioca, e se si riprende a porte chiuse. Gli “strani” (strani ? Diremmo scontati) interessi di chi comanda dietro le quinte e vuole dettar legge, stanno lentamente emergendo. Nel settore “angeli”, ci si chiede se si puo’ esultare per un gol mentre c’e’ chi muore; nella tribuna “satanassi” c’e’ chi pone un quesito utilitaristico: come si puo’ giocare senza tifosi ? Che calcio e’ ? E’ sottinteso che ci sono delle organizzazioni cui fa comodo movimentare tutto per trarne utili che in questi momenti di magra non possono ottenere. Pensate solo a cosa “muove” la presenza dei tifosi sulle tribune. Stando ad alcune inchieste del passato, si e’ scoperto che il bagarinaggio e tutto cio’ che ruota attorno a una partita (si e’ parlato di viaggi, generi alimentari, hotel ecc.) ha dei fruitori piu’ o meno occulti. C’e’ chi sta finalmente “scoprendo” un mondo sommerso che va in parallelo con quello che si vede in superficie. E il giro delle scommesse ? Pensate a quanti danari si muovono se si gioca e quanti se ne perdono se il campionato e’ fermo. Il calcio e’ anche questo. A noi premono i destini del mondo del pallone in senso stretto, ma ci rendiamo conto che attorno al campo di gioco ci sono una flora e una fauna variegate di cui tener conto. E a proposito di fatti tecnici, si stanno soppesando le nuove regole sui cambi: cinque o sei in occasione di prolungamenti. Le intenzioni sono buone, intendiamoci. Si pensa infatti a una (possibile ?) prosecuzione del campionato in estate e ai probabili incidenti che ne scaturiranno. Ma siccome i tecnici sono pronti a sfruttare tutte le pieghe del calcio per trarne vantaggio, stanno gia’ pensando non solo alle salute dei calciatori, ma anche a vincere sfruttando i cambi. Quante volte abbiamo sentito la frase: il tecnico tale ha vinto azzeccando le sostituzioni ? Erano tre, ora saranno cinque. Cioe’ la meta’ dei giocatori di movimento campo. Chi ha tanti elementi di qualita’, potra’ cambiare la fisionomia della propria squadra e chi non li ha ciccia. Ci saranno tre slot, cioe’ i periodi in cui poter fare le sostituzioni, ma sara’ un gioco da ragazzi per i tecnici piu’ arguti aggirare gli ostacoli. In realta’ il campionato “a due formule” (prima a tre e poi con cinque cambi) gia’ presenta aspetti discutibili. Su questo argomento i filosofi del pallone formuleranno le loro pungenti teorie: quelli cui le novita’ non piacciono, parleranno di campionato falsato, c’e’ da scommetterci, mentre altri esulteranno. E’ nostra convinzione che il nostro gioco preferito stia gradualmente e definitivamente cambiando pelle. Un altro argomentino di stagione e’ quello degli stadi. Abbiamo detto tante volte che i nostri sono ormai obsoleti e inadeguati. Cosi’ alcuni imprenditori illuminati sono venuti da lontano per prendere in mano societa’ in difficolta’ e poi passare alla “fase 2”, quella cioe’ della costruzione di stadi nuovi, per farci un po’ di soldi. Ma sbattono contro la nostra granitica burocrazia e con la politica che qualcosa vuol lucrare: consenso, popolarita’. Certe cose sono nei fatti: nessuno viene a fare beneficenza in Italia, scoprendosi tifoso sfegatato di questa o quella squadra. Poi i “benefattori” scoprono che “Cca’ nisciuno e’ fesso” e tentano di andarsene alla chetichella, senza danni, ma non vi riescono.

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