Scuola, Bianchi (Svimez) “A Caivano serve esercito ma di maestri”

Palermo - nella foto il direttore di Svimez Luca Bianchi (Palermo - 2019-09-10, Alberto Lo Bianco) p.s. la foto e' utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e' stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate

ROMA (ITALPRESS) – «A Caivano serve un esercito, ma di maestre e maestri. L’unico investimento per costruire un nuovo modello contro le disuguaglianze». Lo ha detto il direttore generale della Svimez, Luca Bianchi, intervenendo a Palazzo Strozzi a Firenze al convegno “Un Paese, due scuole. La dispersione scolastica in Italia”, al quale hanno partecipato i sindaci di Firenze Dario Nardella e il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi.
«Oggi la scuola è purtroppo il primo luogo dove si creano le diseguaglianze – ha continuato Bianchi – rappresentativa dei tanti divari che caratterizzano molti territori del Paese, tra nord e sud ma riscontrabili anche nelle aree interne e nelle periferie metropolitane. C’è un Sud in ogni luogo del nostro Paese. La frattura provocata dalle recenti crisi economiche e finanziarie hanno determinato una forte diminuzione delle risorse per i servizi essenziali. Questo riguarda tutto il Paese, non solo il Mezzogiorno. Il Paese ha, negli ultimi tre lustri, disinvestito nell’istruzione ampliando le disuguaglianze a sfavore delle famiglie meno abbienti sia al Nord che al Sud».
Il direttore della Svimez si è poi soffermato anche sui rischi del progetto dell’autonomia differenziata. «Le proposte prevedono che anche l’istruzione sia tra le materie da devolvere alle regioni. Ciò – sottolinea – rischia di cristallizzare i divari esistenti sulla scuola perche indebolisce l’unità nazionale, riduce le risorse per colmare i divari e amplia differenze territoriali sia tra i docenti, sia tra gli studenti».
Bianchi, infine, ha evidenziato le distorsioni che starebbero condizionando il dibattito sul Pnrr, «tutto concentrato sul totale delle risorse a disposizione, e non invece sulle modalità e sulle capacità di spesa sui territori, spesso come nel caso della scuola, non coerenti con i veri fabbisogni di investimento in palestre, mense, asili nido».

– Foto: Agenzia Fotogramma –

(ITALPRESS).

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