PREZZI ELETTRICITÀ AI MASSIMI DEGLI ULTIMI 10 ANNI

Nel terzo trimestre 2018 i prezzi dell’energia elettrica per le famiglie italiane hanno raggiunto i massimi del decennio, mentre si registrano aumenti a due cifre (+10%) per le imprese medio piccole. Inoltre i consumi di energia subiscono un rallentamento: +1% rispetto al +3,2% del primo semestre dell’anno. È quanto emerge dall’Analisi Trimestrale del Sistema energetico dell’ENEA che segnala un calo del 5% dell’indice ISPRED, l’ottavo peggioramento trimestrale consecutivo. “La causa, stavolta, è l’incremento dei prezzi finali sulla spinta delle commodity energetiche, con l’impennata del gas naturale (+60%), dei prezzi della borsa elettrica (+33,5%) e del petrolio Brent che a ottobre ha raggiunto gli 85 dollari al barile. Gli effetti dei successivi forti cali del greggio, oggi a 55 dollari, e in misura minore del gas, si manifesteranno solo nei prossimi mesi”, sottolinea Francesco Gracceva, l’esperto ENEA che ha coordinato l’Analisi Trimestrale.

Dall’Analisi emerge che le aziende italiane pagano prezzi superiori alla media Ue, ad eccezione di quelle di grandi dimensioni: un’impresa medio-piccola con consumi annui di 1.250 MWh spende per l’energia elettrica circa 70mila euro all’anno in più di un competitor francese di analoghe dimensioni e intorno ai 30mila in più di un britannico o di uno spagnolo.

Sul fronte decarbonizzazione, le emissioni di CO2 sono risultate in calo dello 0,5% rispetto allo stesso periodo del 2017 e di circa un punto nei primi nove mesi dell’anno. Tuttavia, si evidenzia un’ulteriore perdita di competitività del nostro Paese rispetto alle tecnologie low carbon in settori strategici come la mobilità elettrica e le rinnovabili. Nel comparto dei veicoli elettrici e delle batterie agli ioni di litio, ad esempio, il saldo negativo con l’estero è pari a 155 milioni di euro nel 2017 e a 165 milioni nel periodo gennaio-agosto 2018, mentre per il fotovoltaico ammonta a 137 milioni nel 2017 e a 139 milioni nei primi otto mesi del 2018. L’Italia si caratterizza invece come esportatore netto nei settori dell’eolico e, soprattutto, del solare termico, anche se il contributo al saldo commerciale non è particolarmente elevato, tenuto conto della minore incidenza sul commercio mondiale complessivo.

 

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