PRESTIGIO E 40 MLN DOLLARI, TANTO VALE TITOLO MONDIALE

Il prestigio mondiale e quaranta milioni di dollari: tanto vale il titolo di campione mondiale che Argentina e Francia si giocheranno domenica.. Si può dire che finora i risultati dei Mondiali abbiano rispecchiato il rendimento delle squadre e i valori in campo. Le finaliste Argentina e Francia hanno mostrato di aver meritato la finale. Hanno segnato più di tutti (12 gol l’Argentina nei tempi regolamentari e supplementari, 13 la Francia), le difese sono state all’altezza (5 gol subiti) e l’unica differenza è stata che i “bleus” non hanno mai perso e non sono andati neppure una volta ai supplementari mentre l’Argentina è stata sconfitta dall’Arabia Saudita all’esordio ed è andata all’overtime e ai rigori contro l’Olanda. Quindi i numeri parlano leggermente a favore della squadra di Deschamps. I giocatori simbolo delle due squadre, Messi e M’Bappe, sono compagni nel PSG e hanno segnato cinque gol ciascuno (la “Pulce” tre su rigore) e al secondo posto della classifica dei cannonieri con quattro reti ci sono Alvarez (Argentina) e Giroud (Francis). Quindi si può parlare di un equilibrio quasi assoluto che metterà sullo stesso piano le due finaliste che sono alla pari anche in fatto di titoli vinti, due ciascuno, ma non si sono mai affrontate in finale. Per la partita di domenica, Scaloni potrà disporre di Acuna e Montiel, che hanno saltato la semifinale per squalifica. Volendo fare un esame di quanto visto finora, bisogna dire che le due semifinaliste sconfitte, Croazia e Marocco, che disputeranno la finalina per il terzo posto, hanno fatto anch’esse un percorso simile. Hanno perso una sola partita: la Croazia contro l’Argentina, il Marocco contro la Francia in semifinale. Hanno già giocato nello stesso girone iniziale e hanno pareggiato 0-0. Ma mentre il Marocco ha raggiunto la semifinale grazie alla sua forte difesa, la Croazia è andata avanti due volte grazie ai rigori, contro il Giappone e il Brasile; il Marocco una volta contro la Spagna. Anche qui, un certo equilibrio, come si vede. Tornando alla finale fra Argentina e Francia, secondo tutti gli esperti, i sudamericani hanno il punto forte e l’epicentro del gioco in Leonel Messi: non è la scoperta dell’America che sulla “Pulce” converga il gioco dell’albiceleste e che se gira lui, gira la squadra che ha anche altre individualità di spicco come il goleador aggiunto Alvarez e i dinamici De Paul e Fernandez in mezzo al campo; anche Mc Allister si è distinto molto e Di Maria è stato finora mezzo servizio, mentre Dybala ha giocato pochi minuti. La Francia dà l’impressione di essere più squadra, anche perchè molti “blues” giocano insieme da parecchio tempo. A parte i citati goleador M’Bappe e Giroud, l’uomo che fa il lavoro più importante di raccordo fra i reparti è Griezmann, coadiuvato da Konatè, Fofana e Tchouameni. La finale, insomma, si presenta equilibrata. Deschsmps potrebbe eguagliare il record di Vittorio Pozzo, che conquistò due Mondiali di seguito, nel 1934 e 1938. Inoltre l’ex juventino è fra i pochi tecnici (gli altri sono il brasiliano Zagallo e il tedesco Beckenbauer) ad aver vinto i Mondiali da giocatore e da allenatore. Gli argentini hanno il calcio nel sangue. I francesi sono un Paese multietnico che può contare su atleti molto forti fisicamente. Si è giustamente parlato di crisi dei centravanti, a questo Mondiale: significa che qualcosa sta cambiando nel ruolo, forse che si sta tornando a un gioco più difensivo. La Francia non ha potuto schierare l’infortunato Benzema. Ma l’argentino Alvarez e il francese Giroud hanno fatto la loro parte e tanto basta, alla vigilia della finalissima di Doha. Tutti sono famosi, ma i vincitori saranno anche più ricchi.

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