Novità pensioni precoci, a che punto siamo?

I lavoratori precoci puntano a una legge ad hoc in grado di tutelarli tenendo conto solo del raggiungimento dei 41 anni di contributi versati. 

Le novità sulla questione delle pensioni precoci sono tante e cambiano all’ordine del giorno, tuttavia, sono davvero poche le proposte prese davvero in considerazione dal Governo Renzi. La riforma pensioni di Renzi punta a modificare l’attuale legge previdenziale che porta il nome di “riforma pensioni Fornero”. Con l’introduzione della nuova riforma pensione del Governo Renzi, si andrà a definire la Legge di Stabilità 2016 che entrerà in vigore entro la fine del 2015. 

L’obiettivo consiste nel trovare un disegno di legge in grado di accontentare tutti, con un sistema di flessibilità in uscita dal lavoro e senza troppe penalizzazioni per le pensioni precoci. Per ora, purtroppo, tutte le proposte vedono penalizzazioni e tagli per i lavoratori precoci che intendono uscire dal lavoro prima del raggiungimento di una determinata età. 

Il presidente della Commissione Lavoro alla Camera, Cesare Damiano, propone maggiore flessibilità in uscita proponendo il sistema Quota 100 per l’uscita anticipata dal lavoro dedicata ai cosiddetti “pensionati precoci“, cioè per gli assistiti dagli istituti previdenziali che hanno fatto presto ingresso nel mondo del lavoro. Per i dettagli del sistema Quota 100 (nato per il mondo dei lavoratori dipendenti) o Quota 101 per i liberi professionisti, vi rimandiamo all’articolo intitolato: Riforma pensioni e flessibilità in uscita.

 

Novità pensioni precoci: pensione anticipata

I lavoratori precoci puntano a ottenere la pensione anticipata al raggiungimento dei 41 anni di contributi versati. Purtroppo tra le news degli ultimi giorni, per chi vuole andare in pensione anticipata sono previste, sono sempre previste pesanti penalizzazioni.

La penalizzazione più bassa consiste in un taglio del 2% per ogni anno di anticipo anche se tra le news  più popolari vi è la proposta della Fornero, con un taglio al 3 – 3,5 percento con un occhio di riguardo nei confronti dei lavoratori precoci. Nessuna delle novità pensioni precoci sembrerebbe davvero tutelare questa categoria di lavoratori.

I lavoratori precoci, in definitiva, vorrebbero puntare al pensionamento in anticipo con il raggiungimento dei 41 anni di contributi (che, in fondo, non sono neanche pochi), senza limiti di età e soprattutto senza l’applicazione di alcuna penalizzazione sull’assegno previdenziale percepito. La Quota 41 per i lavoratori precoci vede delle penalizzazioni che vanno dal 2 al 3,5 percento per ogni anno di anticipo, partendo dai 62 anni, rispetto ai 66 attuali. 

Con la riforma pensioni di Renzi, la categoria più penalizzata, sembra essere proprio quella dei lavoratori precoci, anche se sono previste forme di tutela per i lavori usuranti. Così come ha affermato il ministro Poletti, si deve trovare un modo per garantire maggiore flessibilità in uscita così da dare più possibilità ai giovani di entrare nel mondo della lvoro:  “Aver innalzato seccamente l’età pensionabile ha inevitabilmente ridotto il turn over, ridotto la possibilità per i giovani di entrare al lavoro, dobbiamo trovare un punto di equilibrio tra la legittima giusta esigenza di avere flessibilità in uscita e dall’altra parte la modalità per realizzare questa operazione perchè sappiamo che c’è un tema di compatibilità economiche e quindi di priorità”.