NON MI MANCA LO STADIO, MI MANCA LA CHIESA

Sono un appassionato di calcio (a modo mio quasi professionista) ma non sono d’accordo con i tanti che dicono “stavolta mi manca solo la partita”, forse perche’ il campionato pasquale si giocava il sabato per un rispetto alla Pasqua, rispetto ormai negato al Natale. Forse perche’ ai cattolici gia’ adempienti nel confessionale si chiede il grande gesto della Fede – la Comunione – almeno a Pasqua. E a me non manca Il campionato ma la sempre vissuta Festa della Resurrezione, gia’ mortificata dall’assenza di contenuti del Venerdi’ e del Sabato Santo; non mi sono lavato gli occhi, non ho sentito le campane sciolte cantare in letizia. Insomma: non mi manca lo stadio, mi manca la Chiesa.
E’ buffo: ho letto e sentito qua e la’, anche con supporti poetici, l’insopportabilita’ della partita nello stadio chiuso, mentre c’e’ stato un plauso, anche di preti, alla Messa nella Chiesa chiusa. E Fiorello trattato come un evangelista aggiunto, o un Papa laico, quando afferma “si puo’ pregare anche in bagno”, come insegna la moderna e generosa quanto equivoca autogestita fede laica, secondo la quale si puo’ effettuare anche una autoconfessione con autoassoluzione e godere di un permissivismo che dequalifica i comandamenti: con l’aria che tira, fra ladri, bugiardi, bestemmiatori, famiglie distrutte, adulteri e’ gia’ tanto che si sottraggano all’impunita’ gli omicidi, ferma restando l’incertezza della pena.
Alla partita a porte chiuse mi adatto facilmente, prima perche’ lo spettacolo e’ offerto dai calciatori cui non manca – smettiamola di contar balle – la dolce o potente pressione dei tifosi, visto che questi da anni sono dediti all’insulto razzista, volgare, minaccioso; poi – ricordo bene – scompaiono le simulazioni cretine- non quelle dettate da abilita’ tecnica, da studio – e le giravolte per ottenere il plauso delle curve o dei singoli ultras. La chiesa chiusa mi ricorda la Chiesa del Silenzio, il luogo della preghiera cancellato all’Est fuorche’ in Polonia dove i rossi evitavano accuratamente di disturbare e perseguitare il popolo ferocemente pio accontentandosi d’imprigionare il loro cardinale Stefano Wyszynski. Come Mindszenty in Ungheria. E’ vero, con la fede ogni luogo ospita una preghiera. Ma solo chi ne ha conosciuto la mancanza sente il bisogno fisico della Chiesa, dell’altare, del tabernacolo, della preghiera e dei canti collettivi, delle sacre effigi, del profumo dell’incenso; sto dimenticando i sacerdoti perche’ mi ha colpito il loro facile adattarsi all’assenteismo decretato mentre ci son fratelli, tanti, che sono andati a morire di Coronavirus dopo avere accompagnato tanti fedeli al Passaggio. Che non e’ la nostra a Pasqua. E allora fatemi giocare il campionato anche a porte chiuse tanto i nostri eroi non ne soffriranno e la tivu’ mi dara’ ampia soddisfazione soprattutto se il telecronista sapra’ fare il suo mestiere. Non e’ altrettanto valida la Messa televisiva, soprattutto se il telecronista vorra’ fare il suo mestiere e muovera’ con saggezza estetica la sua telecamera sui volti e sulle mani e sulle vesti dei sacerdoti e le opere d’arte, gli orpelli da cerimonia. La curiosita’ di svelare il pensiero del Papa leggendoglielo di nascosto negli occhi. Amen.

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