NOMINARE UN SUPER-PARTES CHE DECIDA PER IL CALCIO

Ho uno stretto rapporto con un collega che stimo perche’ quando ci confrontiamo su un argomento che ci vede dispari ne discutiamo finche’ non troviamo almeno un dettaglio che ci vede pari. Non e’ solo rispetto delle idee altrui, e’ un esercizio non di umilta’ ma di realismo per non sentirsi infallibili. Ad esempio, e’ aperta la caccia allo scudetto ’19-’20 ed escludendo Cellino, che con il Brescia lo vincerebbe solo se non si giocasse piu’, e sarebbe salvo, sono diverse le opzioni riguardanti la ripresa e la conclusione del campionato bloccato alla giornata 29; la ripresa degli allenamenti del Bayern ha subito mobilitato gli ottimisti del “giocare comunque”, sollecitati anche dal fatto che si tratta di una scelta tedesca, quindi forte, come minimo astuta, volendo illuminata. Ci sono poi i propugnatori dei playoff, scartati da chi rispetta da sempre le regole del gioco e gia’ trova da ridire (come me) sulla introduzione della Var che continua a interferire con i regolamenti e prima o poi offrira’ il destro a qualche sconfitto per chiedere i danni, operazioni – sento – favorite dal Coronavirus in campo sanitario e commerciale. Un’opzione raccomandata da paurosi e vagabondi (scherzo…) e’ quella di assegnare lo scudetto a tavolino. Come? Ricordate il 2006 e il cosiddetto “scudetto di cartone” assegnato all’Inter dopo la condanna della Juve? Lo decise un Commissario straordinario, l’avvocato Guido Rossi, naturalmente criticato dal mondo bianconero quando si seppe che aveva fatto parte del consiglio d’amministrazione nerazzurro. Fui contrario anch’io, fra i primi a usare quella definizione “cartonata” che poco piacque all’amico Massimo Moratti, e scrivendo un libro sulla storia della sua famiglia non potei fare a meno di parlargliene sperando di trovarlo…pentito. Macche’. Sentite quel che mi disse: “Il periodo piu’ esaltante della mia presidenza? I miei quattro scudetti. E quello vinto a tavolino mi e’ piaciuto moltissimo”. Mi spiego’ perche’, raccontandomi per filo e per segno cos’era successo, prima di Calciopoli; e che bocconi amari aveva inghiottito registrando ingiustizie; e con quanta amarezza aveva ascoltato e letto le parole di personaggi di cui si fidava raccolte e sbobinate dai carabinieri; e quando era arrivato quello scudetto di tribunale capi’ che finalmente l’aria era cambiata e che poteva finalmente tentare – almeno tentare – di divertirsi. E vabbe’…Ma Rossi, abilissimo, non era andato allo sbaraglio, giustificando la sua decisione con la pressante richiesta Uefa di avere i nomi delle squadre qualificatesi a fine campionato per la Champions e per la Coppa Uefa.
Anche adesso la raccomandazione Uefa invita a decidere chi dovra’ fare le Coppe. Rinnovo il mio invito…poco democratico: nominare un super-partes autorevole che faccia tacere la canizza e decida secondo giustizia. Forse Lotito non sara’ d’accordo, ma non dimenticherei la giusta aspirazione alla promozione in Serie A di Benevento e Frosinone. E tutte le squadre d’ogni serie che abbiano maturato diritti in nome di uno sport che in questi casi non e’ solo business.

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