Nella Provincia di Bari scoperti 928 lavoratori irregolari, 138 di questi “in nero”

BARI (ITALPRESS) – Nei primi sei mesi dell’anno, nell’ambito della capillare attività di controllo economico del territorio e con mirate analisi di rischio, è continuata incessante l’attività svolta dai militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bari, con oltre un centinaio di interventi effettuati al fine di arginare la diffusione dell’illegalità e dell’abusivismo nel sistema economico, con particolare riferimento alla verifica dell’osservanza delle norme in materia di tutela del lavoro.

Dal raffronto tra i dati comunicati dagli operatori economici agli Enti preposti e la situazione accertata all’atto dell’accesso, con riferimento alla verifica delle mansioni effettivamente svolte e agli ulteriori elementi informativi acquisiti intervistando i lavoratori presenti, è stato possibile individuare nel corso dei controlli 928 lavoratori irregolari. Di questi, ben 138 sono risultati essere completamente “in nero”. Le violazioni riscontrate hanno principalmente riguardato imprese del settore primario e terziario.

Nel mese di maggio, in occasione della campagna cerasicola, un contesto particolarmente sentito nell’area barese, i militari della Compagnia Monopoli hanno individuato, all’atto dell’accesso in un fondo agricolo nel sudest barese, ben 18 lavoratori “in nero”, privi di qualsiasi forma contrattuale e non registrati ai fini contributivi e assicurativi.

La Tenenza di Bitonto ha sanzionato, invece, un’azienda operante nel settore del confezionamento su misura di abbigliamento, altro settore economico particolarmente attivo in special modo con operatività per conto terzi, accertando l’impiego di ben 10 lavoratori non in regola con gli adempimenti di assunzione. Le condotte sanzionate si riferiscono non solo alla mancata instaurazione dell’iter di assunzione, ma si estendono anche alla tracciabilità dei pagamenti relativi alle prestazioni di manodopera.

Da ultimo, il Nucleo Pef alla sede, da sempre impegnato nell’individuare forme di illiceità più complesse ed articolate anche nello specifico settore, ha disarticolato un sistema basato sull’illecita intermediazione di manodopera contestando, nel corso di 3 interventi, l’impiego irregolare di ben 572 unità di personale, posto in essere da una società operante nel settore della logistica. Il sommerso pregiudica gli equilibri economici e finanziari del Paese, essendo orientato alla riduzione illegale dei costi di “struttura” (fiscali, organizzativi e del lavoro) per massimizzare i profitti e ottenere ingiusti vantaggi competitivi.

Il lavoro nero oltre a costituire, quindi, una piaga per l’intero sistema economico perché sottrae risorse all’Erario, mina gli interessi dei lavoratori, spesso sfruttati, e consente una competizione sleale con le imprese oneste.

– foto ufficio stampa Guardia di Finanza –

(ITALPRESS).

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